Quelli che non mollano: il “Teatro in carcere” lavora aspettando la ripresa

Rappresentazione teatrale istituti per minori
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Una pausa obbligata ma operativa quella delle compagnie di Teatro-carcere che non rinunciano ai tanti progetti interrotti dall’emergenza Coronavirus e, soprattutto, intendono difendere un patrimonio di idee, iniziative e opportunità. D’altra parte la pratica del teatro richiede e stimola la creatività, risorsa utile anche per affrontare situazioni critiche.

E’ il caso di Armando Punzo che continua a lavorare al prossimo spettacolo della sua “Compagnia della Fortezza” di Volterra interagendo in videochiamata e tramite mail con i detenuti attori. Regista e interpreti propongono, scrivono o rivedono i testi di Natura, lo spettacolo che andrà in scena in autunno, grazie alla possibilità di utilizzare telefoni cellulari concessa dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a seguito della sospensione dei colloqui. “Essendo abituati a lavorare in condizioni difficili – ha dichiarato Armando Punzo in un’intervista a Il Tirreno – ci siamo detti che non avremmo dovuto interrompere il lavoro. Così la scelta è caduta, fatalmente, sulle tecnologie. Grazie alla disponibilità della direttrice del carcere Maria Grazia Giampiccolo stiamo portando avanti il lavoro”.

Esercizi di libertà è invece il nome del laboratorio per corrispondenza creato da Horacio Czertok e Marco Luciano del Teatro Nucleo nella casa circondariale G. Satta di Ferrara per consentire ai detenuti di esprimere emozioni anche legate al presente. Poesie, racconti, disegni, canzoni e altre idee saranno utilizzate nel prossimo spettacolo Album di famiglia. La corrispondenza tra i registi e i 26 detenuti che hanno aderito al laboratorio è affidata agli educatori. “Nelle lettere – racconta Marco Luciano – affrontiamo temi complessi con una scrittura articolata, dalla pandemia alla libertà, dalla paura all’intelligenza collettiva perché anche dall’interno del gruppo teatrale può arrivare sostegno ai compagni””.

Lo scambio epistolare è anche lo strumento scelto da Michalis Traitsis, regista di Balamòs Teatro, per continuare i lavori dello spettacolo Voci e suoni da un’avventura leggendaria. Gli studenti della scuola media Tasso di Ferrara e le detenute con le quali avrebbero dovuto recitare si scambiano riflessioni sul teatro, idee e spunti nel corso di una fitta corrispondenza mediata dal regista. “Il teatro è tra quelle attività che più subiscono la critica situazione che stiamo vivendo – spiegano da Balamòs – con l’emergenza sanitaria. Essere sospesi ma presenti, conservare una tessitura di relazioni costruite in questi mesi di lavoro, aiuta ad affrontare in modo creativo la solitudine, le incertezze, lo spaesamento che questa nuova realtà ha impresso a ciascuno di noi”.

Un autentico esempio di resilienza arriva dal  Teatro Necessario della casa circondariale di Genova Marassi che ha trasformato il limite del momento nell’opportunità di divulgare l’esperienza teatrale all’esterno del carcere offrendo nel contempo anche ai detenuti attori di rivedersi in tv. La rete PrimocanaleTV ha infatti inserito nel suo palinsesto registrazioni di spettacoli realizzati dai detenuti in carcere.  Il 18 e 19 aprile è andato in onda L’isola dei sogni, nei prossimi giorni sarà la volta di Padiglione 40 e di Desdemona non deve morire.

Da Vito Minoia, presidente del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, arriva l’invito ai colleghi a pubblicare sui social video, foto, articolo e quant’altro testimoni e racconti le esperienze di laboratorio nelle carceri. In un’intervista al magazine londinese Stage Minoia si dichiara fiducioso sulla ripresa dell’attività teatrale negli istituti penitenziari “in quanto quando si tratta di carceri non ci manca una tradizione culturale su cui attingere che ci consentirà di uscire da questa emergenza educativa con il sostegno alle politiche di socializzazione e di sensibilizzazione attraverso arte e cultura.”