Raccolta fondi per mascherine e supporto per i più piccoli: le iniziative

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Come dire a un bambino che non potrà vedere il padre detenuto per un tempo indefinito? E quali conseguenze potrà avere questa lunga separazione dal genitore in carcere? Da queste domande è partito il progetto “Telefono Giallo” di Bambinisenzasbarre, una delle tante buone pratiche promosse in questi giorni dal mondo del volontariato penitenziario per ridurre il disagio da emergenza Coronavirus. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 per ascolto, supporto psicologico e risposte specialistiche a chi si trova ad affrontare questa difficile fase.

L’associazione mette a disposizione un team di psicologi esperti “per rispondere a queste e a tante altre domande che possono insorgere a causa dell’emergenza determinata dal Coronavirus che incide sulle relazioni di tutti noi e sui contatti tra le persone care, ancor di più nel complesso ambiente del carcere”. Per questo Bambinisenzasbarre ha potenziato il servizio di supporto telefonico Telefono Giallo per le famiglie di persone detenute e lo ha destinato al particolare target dei bambini figli di genitori detenuti.

Da un altro circuito di buone pratiche e solidarietà che unisce le detenute della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia di Roma e l’Associazione Semi di Libertà ONLUS arriva l’iniziativa “Tutti uniti”. Duecento mascherine realizzate dalle sarte volontarie del Laboratorio Intreccio di Fevoss Verona Santa Toscana sono state donate alle detenute dell’istituto capitolino. Nove, realizzate in stampe colorate e allegre, sono state destinate ai bambini in carcere con le madri. Per ringraziare del gesto di solidarietà, le detenute hanno organizzato una raccolta fondi esprimendo il desiderio di fare la propria parte attraverso un piccolo contributo economico.

le mascherine realizzate dalle detenute nella sartoria di Rebibbia
Le mascherine donate alle detenute di Roma-Rebibbia

Tra i tanti piccoli gesti di grande valore simbolico, colpisce particolarmente quello riferito dalla direttrice della casa circondariale di Perugia: un detenuto che disponeva solo di tre euro sul conto corrente, ne ha donati due per una raccolta fondi da impiegare per i più bisognosi. La somma, mille euro in totale, è stata consegnata ieri al cardinale Bassetti in occasione della visita all’Istituto. Il Presidente della Cei, a sua volta, ha donato al cappellano e alla direttrice un contributo da destinare agli ospiti e al personale penitenziario “quale riconoscimento dell’impegno, dello sforzo e del senso di responsabilità mostrati in questo periodo di sofferenza per tutti”.