Radicalizzazione in carcere, il ruolo chiave dell’Italia nel progetto Ue

Il simbolo del progetto DERAD per la gestione e il monitoraggio degli estremisti violenti e radicalizzati dopo il rilascio
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Le nuove Strategie sulla prevenzione e la lotta alla radicalizzazione nelle carceri e sulla gestione di terroristi ed estremisti violenti dopo il rilascio sono state recentemente approvate dal Consiglio dell’Unione Europea, una delle quattro più importanti istituzioni della UE.

Priorità assoluta nell’agenda del Consiglio, la lotta al terrorismo e alla radicalizzazione pone continue sfide nell’ottica di un approccio multi-agenzia, pubblico-privato, in ambito europeo e nelle regioni transfrontaliere. La valutazione delle minacce sul tema dell’antiterrorismo ha evidenziato l’urgenza di identificare misure di contrasto efficaci e progetti di reinserimento alla luce del fatto che numerosi detenuti estremisti violenti o accusati di terrorismo potrebbero essere rilasciati nei prossimi due anni.

Le conclusioni del Consiglio Europeo hanno individuato le iniziative di maggiore impatto, definite ‘buone prassi’, in vari ambiti, fra cui quello della formazione. Tra le attività formative di maggior importanza sono state segnalate quelle implementate dalle agenzie e dalle reti UE come CEPOL (European Union Agency for Law Enforcement Training) e RAN (Radicalisation Awareness Network) e dal progetto europeo DERAD (Counter radicalization through the Rule of Law) individuato quest’ultimo come lo standard nella formazione giuridica in materia.

Il Ministero della Giustizia, per il tramite del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il Triveneto, ha coordinato il progetto DERAD in qualità di capofila, e consegue così un risultato senza precedenti, ottenuto grazie ai finanziamenti europei e senza alcun onere per il Ministero. “Gli obiettivi raggiunti e riconosciuti da 28 Paesi Membri – ha dichiarato il Provveditore Enrico Sbriglia – potranno consentire al nostro Paese di avanzare in futuro maggiori aspettative, anche ove si ipotizzasse l’istituzione di un’agenzia europea che, se costituita in Italia, confortata e sostenuta dall’Amministrazione Penitenziaria a livello centrale, rappresenterebbe indubbio vanto per il nostro Paese”.

Oltre 1.000 sono state le unità formate in 27 Paesi europei grazie alle attività predisposte, che hanno consentito di dare vita a un campus virtuale, la piattaforma di formazione online HERMES, contenente 7 moduli innovativi, basati soprattutto su filmati originali per esercitazioni pratiche in tutte le lingue della UE, utilizzati per formare magistrati nazionali e della Corte Europea dei Diritti Umani. Infine, 50 punti di contatto nazionali in 27 Paesi membri hanno collaborato alla costruzione del toolkit, che fa da base all’intero programma formativo.

La sicurezza dell’ordine costituito dei Paesi Membri richiede l’istituzione di un fronte unico, che muova anche da una formazione di base omogenea, a contrasto del concreto pericolo derivante dalle tragiche conseguenze che il radicalismo violento può generare. Con il progetto DERAD, per la prima volta nella storia delle istituzioni europee, il Consiglio della UE riconosce finalmente al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria un ruolo all’avanguardia nel progetto di omogeneizzazione legislativa e formativa.

 

Marina Caneva è referente per la comunicazione del Prap Triveneto