“Rieducare i detenuti è nell’interesse di tutta la società”
25 Settembre 2020
“Ogni Stato deve investire nella funzione rieducativa della pena, una vera e propria missione che costituisce un investimento culturale di cui può beneficiare la società nel suo complesso, concorrendo a scongiurare il pericolo di recidiva”.
Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è intervenuto a Palazzo Giustiniani al convegno dedicato al ‘Programma di educazione alla pace’. All’iniziativa ha partecipato anche l’ambasciatore di pace e attivista indiano Prem Rawat, la cui fondazione ha ideato e realizzato il programma di riabilitazione.
Nel nostro Paese il progetto rivolto al mondo carcerario è già stato implementato con successo in due realtà penitenziarie. Si tratta del carcere di Venezia Santa Maria Maggiore (che ha avviato il programma nel 2012) e del Pagliarelli di Palermo, dove in tre anni sono stati coinvolti 43 detenuti del circuito Media sicurezza. L’iniziativa è divenuta concreta realtà anche in alcune comunità e istituti di Mazara del Vallo, comune della provincia di Trapani che ha assegnato la cittadinanza onoraria proprio a Prem Rawat. Il Programma di educazione alla pace ha riscosso successo a livello internazionale, con percorsi riabilitativi realizzati nelle strutture carcerarie di diversi Paesi europei, in Sud Africa, India, Stati Uniti, Asia e Sud America.
Per Bonafede questo progetto di recupero, fondato su cicli di incontri per riflettere sulla pace e sui valori della vita, può favorire nei detenuti “un percorso di ripensamento sui propri comportamenti, di assunzione di responsabilità e acquisizione di nuova consapevolezza, in funzione del rientro in società”. Il carcere – ha concluso il Guardasigilli – può diventare un’esperienza educativa, capace di formare cittadini consapevoli e aperti alla speranza di una vita migliore. Lo Stato ha il compito di porre in essere le condizioni per offrire una seconda opportunità a chi ha sbagliato e ha scontato la pena inflitta con la volontà di riscattarsi e ripartire onestamente, nel rispetto dei valori della convivenza civile”.