Riforma processo civile, Bonafede:
“Avvicinare la gente alle Istituzioni”

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

La riforma del processo civile, la riorganizzazione della macchina della Giustizia sul territorio e lo sblocco dei lavori per la casa di reclusione di Alba. Questi due dei temi trattati dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede negli incontri avuti nel centro piemontese, prima durante il seminario sul “Finanziamento e crisi della piccola media impresa” e poi nell’incontro avuto con il sindaco di Alba, Maurizio Marello.

Parlando dal tavolo del convegno Bonafede ha ricordato i punti chiave della sua attività al Ministero della Giustizia, soffermandosi in particolar modo sulla riforma del processo civile. “Presto – ha detto il Guardasigilli – sarà on line la mia proposta e spero che siano in tanti, e non solo gli addetti ai lavori, a partecipare alla consultazione pubblica dandoci suggerimenti per migliorare il testo”. “Pensiamo a una Giustizia – ha ribadito Bonafede – che avvicini i cittadini alle Istituzioni e non che li allontani, come è successo troppo spesso in questi anni”.

Poi è stato toccato il tema della Geografia giudiziaria. “Si è deciso – ha dichiarato il ministro – di non proseguire nella centralizzazione perché abbiamo voluto far sentire agli imprenditori un presidio di legalità il più vicino possibile, anche geograficamente parlando, alla loron realtà”.
Al termine del convegno Bonafede si è intrattenuto con il sindaco Marello al quale ha riferito che “è molto complicato riaprire i tribunali”. La strada alternativa è quella dello Sportello di prossimità che, ad Alba, già esiste e che Bonafede si è ripromesso di visitare a breve.

Un’altra questione molto a cuore all’amministrazione comunale del centro in provincia di Cuneo è quella riguarda i lavori nella casa di reclusione. Il sindaco e il garante Prandi hanno consegnato al ministro una relazione sul carcere chiuso nel 2016 dopo i casi di legionella e riaperto solo parzialmente nel 2017. Hanno chiesto il prosieguo dei lavori nella struttura, considerato anche che 4,5 milioni di euro sono già stati stanziati dal ministero della Giustizia. Bonafede ha comunicato in diretta con il capo del Dap, Francesco Basentini, chiedendo di sbloccare la vicenda.