Ripresa dei colloqui nel carcere femminile di Pozzuoli

Carcere di Pozzuoli
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Riprendono gradualmente i colloqui in presenza con i familiari negli istituti penitenziari, con gradualità e nel rispetto delle norme di tutela sanitaria. Tra le carceri che hanno già riaperto le apposite sale ai parenti delle persone detenute, la casa circondariale femminile di Pozzuoli. Schermi, mascherine, distanza di sicurezza, niente baci e abbracci: limiti indispensabili ma più “sofferti” dalle trenta donne con figli piccoli, alcune delle quali hanno preferito continuare con le videochiamate, per evitare slanci ed effusioni dei bambini, difficili da arginare dopo mesi di lontananza.

Le detenute hanno avuto l’opportunità di usare il telefono due volte a settimana per videochiamare la famiglia grazie allo “Spazio Famiglia”, attivato in seguito al protocollo sottoscritto dalla casa circondariale femminile di Pozzuoli con le associazioni Anfi-sezione di Napoli, “Mai più violenza infinita” e con il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Campania.

Fra le attività previste dall’accordo, rientra anche l’iniziativa ‘Video-amiamoci’: messaggi, disegni e poesie di figli delle donne recluse raccolti in un video trasmesso in carcere in occasione della Festa della mamma.

All’interno dell’istituto di Pozzuoli non sono mancate le attività durante il periodo del lockdown. Hanno, infatti, continuato a confezionare mascherine le detenute della sartoria, a produrre caffè le dipendenti della cooperativa ‘Le lazzarelle’ e a studiare con la teledidattica le allieve del corso per il conseguimento della licenza media.

Attenzione particolare a detenute madri, nel periodo della ripresa, anche dall’Associazione italiana lotta agli abusi (Aila), che a Milano ha organizzato una raccolta di mascherine, gel igienizzante e guanti monouso da destinare all’Istituto Custodia Attenuata per Madri (Icam), sezione della casa circondariale di San Vittore, dove sono ospitate donne con bambini piccoli.