Salerno, ecco la pizzeria per detenuti “aperta” anche all’esterno
4 Ottobre 2019
Era un deposito dove si accantonavano scatoloni inutilizzati e ora è diventata una pizzeria.
E’ stata inaugurata questa mattina nella Casa Circondariale Antonio Caputo di Salerno, la pizzeria sociale “La pizza buona dentro e fuori”, alla presenza di Rita Romano, direttrice della Casa Circondariale di Salerno, Carmen Guarino, presidente della Fondazione Casamica, Antonia Autuori, presidente della Fondazione Comunità Salernitana e Paola De Roberto, consigliere Comunale di Salerno.
Si sono accesi per la prima volta i forni del locale dedicato alla realizzazione di pizze destinate ai detenuti, ma anche al pubblico esterno dove con soli 3 euro si potranno acquistare una pizza margherita o una pizza marinara.
L’inaugurazione segna il punto di arrivo di un protocollo di intesa, siglato il 5 novembre dello scorso anno tra le varie istituzioni, che ha come obiettivo il fine rieducativo della pena e l’inserimento lavorativo dei detenuti. Alla fine del mese di ottobre infatti, partirà anche un corso di formazione, finanziato dalla Regione Campania, per dieci detenuti che avranno la possibilità di conseguire la qualifica professionale di pizzaiolo, un titolo spendibile una volta fuori dal carcere.
Venti i detenuti hanno partecipato al progetto realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Salerno e della fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e con il supporto del Comune di Salerno, delle fondazioni Comunità Salernitana, che ha destinato il 5×1000 di tre anni fa a questa iniziativa, e Casamica.
“La pizzeria sociale all’interno del carcere di Salerno – ha spiegato Carmen Guarino – prende vita anche grazie all’aiuto di tanti cittadini che hanno partecipato alle nostre serate per la raccolta fondi”. Sono stati infatti raccolti 25mila euro, tutti spesi per ristrutturare e allestire quello che un tempo era un vecchio magazzino.
“E’ per noi una giornata importantissima – spiega la direttrice del carcere Rita Romano – perché segna l’apertura di questo posto verso l’esterno. Il carcere è un luogo che si deve aprire e diventare parte integrante della società”.