San Vittore, il carcere che vuole cambiare aprendo alla bellezza

Interno del carcere di San Vittore
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Scade oggi il termine per la partecipazione al concorso d’idee San Vittore, spazio alla bellezza rivolto a progettisti, architetti, designer, urbanisti e ingegneri, promosso da Triennale Milano e dalla casa circondariale milanese.

La collaborazione tra le due realtà che, come ha sottolineato Stefano Boeri, presidente di Triennale, “si trovano a poche centinaia di metri l’una dall’altra, ma sono separate da una distanza enorme”, è iniziata nel 2018 con la mostra fotografica Ti porto in prigione ed è proseguito nel 2019 con PosSession, un progetto di fotografia e teatro per indagare sulle potenzialità dell’arte come strumento di recupero.
L’iniziativa di quest’anno – realizzata insieme a Fondazione Maimeri con il supporto di Shifton e dell’Associazione Amici della Nave – è dedicata a interventi per modificare la percezione del carcere iniziando dall’estetica degli spazi che lo ospitano. Un cambiamento che, secondo il direttore della casa circondariale Giacinto Siciliano deve essere “guidato da un pensiero complessivo sulla consapevolezza che la bellezza possa suscitare spontanee sensazioni piacevoli, provocare suggestioni ed emozioni positive e generare un senso di riflessione costruttiva”.

I casi di studio proposti ai candidati comprendono sei ambiti spaziali: le aree verdi e per i colloqui, i locali abitativi maschili e femminili, i cortili passeggio e le zone per la ricreatività e il benessere del personale. La prima fase progettuale prevede l’individuazione di criticità e la proposta di soluzioni relative a due tra gli spazi proposti.
Nella successiva fase saranno selezionati un massimo di sei progettisti o gruppi di progetto cui saranno assegnati i casi studio che dovranno sviluppare seguendo precise linee guida. Gli elaborati confluiranno in un processo di progettazione integrato che prevede studi di fattibilità tecnico-economica condivisi per assicurare organicità e concretezza agli interventi.

Il risultato finale atteso è una proposta flessibile e replicabile in altri contesti. I progetti saranno presentati pubblicamente presso gli spazi di Triennale e della Casa Circondariale di San Vittore a giugno 2021.