Santa Maria Capua Vetere: palestra, ring e un’altra vittoria che conta

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Venerdì 3 maggio, a Santa Maria Capua Vetere, è caduta un’altra barriera: quando il popolo della boxe – che da queste parti è più di una semplice passione sportiva – ha bussato alla porta della Casa Circondariale “Francesco Uccella”. Le chiavi per entrare dentro, nella nuova palestra destinata al personale dell’istituto penitenziario, si chiamano Fiamme Azzurre: e nell’occasione il permesso d’entrata porta le firme di campioni come Clemente Russo, due titoli mondiali e due argenti olimpici nei Massimi, e di Mirko Carbotti, quattro volte campione italiano dei Supermassimi, mentre Vincenzo Mangiacapre, altro pugile olimpionico (bronzo a Londra nei Superleggeri), ha assistito da bordo ring ai match in attesa di combattere domenica a Celano contro l’italo-brasiliano Ricardo Mellone (terza vittoria da “pro”, con verdetto unanime).

Vincenzo Mangiacapre al termine del match di domenica scorsa
Vincenzo Mangiacapre al termine del match di domenica scorsa

 

Russo e Mangiacapre vengono da Marcianise, a due passi da qui: questa per le cronache è terra di frontiera, per l’Amministrazione Penitenziaria è terra vergine da rendere fertile al più presto: ecco perché Francesco Basentini e le Fiamme Azzurre hanno voluto presentarsi in forze, a testimoniare l’impegno con la presenza, utilizzando uno strumento dalla forte capacità mediatica come i campioni dello sport. Campioni che, come Clemente Russo o Vincenzo Mangiacapre, sono nati e cresciuti da queste parti e poi hanno portato la loro voglia di riscatto in giro per il mondo: un messaggio che è stato recepito, considerato l’entusiasmo che ha accompagnato l’inaugurazione di un impianto destinato nell’immediato agli allenamenti delle Fiamme Azzurre come alla pratica amatoriale dei dipendenti e che, in prospettiva, dovrebbe ospitare una vera e propria scuola di pugilato, disponibile anche per le famiglie del personale.

Se la tradizione definiva la boxe come la Noble Art, una ragione ci sarà pure: ed è quella che gli sport di contatto sono quelli nei quali il rispetto delle regole e della lealtà nella competizione non sono solo parole, ma lo spirito stesso del confronto agonistico. Ecco perché il pugilato educa, ecco perché è una scuola di vita: ecco perché il risultato, una volta tanto, può essere lasciato in secondo piano. Il fatto che alla fine la rappresentativa italiana – una mista con ossatura Fiamme Azzurre – abbia battuto per 6 a 0 i rivali tedeschi, conta solo per l’archivio: la vittoria di Clemente nei confronti di un promettente ragazzino come Deroy Ansong Boy, quella di Carbotti contro Youssef Lazar e anche quella di Gerlando Tumminello – il siciliano, campione italiano dei 75kg, attualmente allievo agente presso la Scuola di Verbania – su Younes Boulaich, hanno assicurato il verdetto favorevole.

La realtà vera di un evento indimenticabile è stato invece rimarcato dal Capo del Dipartimento, sempre più vicino alle “sue” Fiamme Azzurre, e dalla direttrice della Casa Circondariale, Elisabetta Palmieri: così, semplicemente, perché non ci siano dubbi.

Dell’iniziativa di Santa Maria Capua Vetere hanno voluto dare conto anche diversi quotidiani sia a tiratura nazionale che locale. Tra questi La Gazzetta dello Sport e Il Mattino.

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