Screening mammografico: ottobre rosa per le carceri del Lazio

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Se oggi l’87% dello donne sconfigge il tumore al seno – prima patologia oncologica femminile –  lo si deve anche alla diffusione su larga scala in Italia dei programmi di screening mammografico che permettono di individuare la neoplasia quando è ancora in fase precoce e può essere curata, evitando anche terapie invasive.

Assicurare lo screening alle donne detenute non risulta sempre di facile attuazione: per sottoporsi a una mammografia o un’ecografia ogni donna dovrebbe essere accompagnata con scorta nella struttura sanitaria, con un notevole impegno economico e organizzativo.
Per semplificare l’accesso alle indagini diagnostiche delle donne detenute e renderlo sistematico, negli ultimi anni alcuni istituti hanno aderito a programmi di prevenzione itineranti. Tra i primi, quello realizzato nella casa circondariale di Rebibbia “Germana Stefanini” dove periodicamente, dal 2015, le attività di screening vengono effettuate attraverso l’uso di pulmini, macchinari mobili e personale specializzato.

In occasione di Ottobre Rosa, mese della prevenzione del tumore al seno, gli istituti e le sezioni femminili del Lazio (Roma Rebibbia, Civitavecchia e Latina) saranno raggiunti dalla Carovana della Prevenzione,  Programma Nazionale Itinerante di Promozione della Salute Femminile di Komen Italia onlus, pensato per le donne che vivono in condizioni di disagio sociale ed economico e che, per questo, dedicano meno attenzione alla propria salute.

L’iniziativa è stata resa possibile dal contributo offerto all’Associazione  dall’ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio d’intesa con l’Ufficio del Garante regionale  dei diritti dei detenuti. Il programma prevede esami per la diagnosi precoce dei tumori del seno e del collo dell’utero, sessioni educative ed eventi di sensibilizzazione.

Nei giorni scorsi un’analoga iniziativa è stata organizzata nella casa circondariale di Messina dalla breast unit dell’A.S.P. Paolo La Paglia, che ha offerto indagini mirate a tutte le donne dell’Istituto, compreso il personale civile e quello della Polizia Penitenziaria.