Strage di Bologna, Bonafede: “Il tempo del silenzio è finito”

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“Sull’attentato terroristico di 39 anni fa dobbiamo andare fino in fondo, ci sono nuovi tasselli, ma purtroppo ce ne sono ancora di mancanti. La ricerca dei mandanti non è finita: dallo Stato arriverà tutto il supporto al lavoro della magistratura. Un lavoro delicato dopo i processi sui depistaggi, che ci costringe ancora a un’attesa ma che ci dà la speranza di far luce finalmente su quanto accaduto, senza zone d’ombra. Il tempo del silenzio è finito. Finalmente ci stiamo muovendo tutti nella stessa direzione”. Con queste parole il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è intervenuto alla commemorazione del trentanovesimo anniversario della strage del 2 agosto 1980, svoltasi nel Consiglio comunale a Bologna.

Rivolgendosi ai componenti dell’associazione dei famigliari delle vittime presenti alla commemorazione il Guardasigilli ha aggiunto: “Quelle lancette immobili da 39 anni segnano il tempo della memoria. Lo Stato deve assumersi la responsabilità di tutte le volte che non è stato capace di squarciare il velo del silenzio e dell’oblio. Più volte sono stato ringraziato per la mia presenza qui, che è doverosa e non è niente di speciale. È speciale, invece, il fatto che voi mi permettiate di esserci nonostante la negligenza decennale dello Stato rispetto alla strage che ha colpito i vostri cari. Oggi sono a Bologna a ricordare e condividere quel dolore che in questo giorno si continua a vivere nella stessa intensità: quei momenti hanno spezzato la vita delle vittime e segnato per sempre quella dei propri cari. Lo Stato deve ringraziare ogni giorno chi tiene accesa la speranza di conoscere la verità e di fare giustizia”.

Parlando dell’impegno del ministero per favorire la trasparenza e la conoscenza su quanto avvenne il 2 agosto di 39 anni fa, Bonafede ha chiarito: “La desecretazione è un atto doveroso, una scelta politica improntata a verità e giustizia. Il diritto di sapere è un diritto inalienabile, di civiltà, che fa parte dell’identità di uno Stato e libero e democratico. Ed è per questo che porto una sensibilità rinnovata dello Stato. Una sensibilità nuova che intende restituire fiducia nelle istituzioni alle persone dilaniate da eventi di cui ancora non si conosce la genesi”.