La Risoluzione Falcone ‘fa il tagliando’ alla Convenzione di Palermo dell’Onu

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La Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale, che quest’anno celebra il suo 20° anniversario, si sta sempre più dimostrando l’unico vero strumento globale di cooperazione giudiziaria. Più attuale oggi di quanto non fosse all’inizio, la Convenzione fornisce strumenti ai Paesi aderenti (190 sui 193 che fanno parte dell’ONU) per prevenire e combattere tutte le forme di criminalità organizzata.

Il 12 ottobre si è tenuta la X Conferenza delle Parti della Convenzione (UNTOC) e il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, partecipando in videoconferenza, ha ricordato il fondamentale apporto di Giovanni Falcone che “poche settimane prima di essere ucciso dalla mafia nella strage di Capaci, aveva partecipato a Vienna alla prima sessione delle Nazioni Unite sulla prevenzione della criminalità e sulla giustizia penale”: fu in quella occasione che Falcone chiese con forza “un impegno globale nella lotta alla mafia”. Nel corso degli anni la Convenzione ha ampliato l’ambito di applicazione andando a comprendere le nuove mafie, la criminalità dei colletti bianchi, la tratta di esseri umani, il traffico illecito di migranti e il mercato delle armi. Non vengono ignorati il cybercrime, il terrorismo internazionale, i reati ambientali e il traffico illecito di beni culturali.

Il nostro Paese ha presentato due risoluzioni: la prima riguarda l’avvio della concreta operatività del Meccanismo di revisione, strumento di valenza fondamentale, finalizzato al controllo dell’attuazione, nell’ordinamento di ciascun Stato membro, degli obblighi assunti. L’importanza di questo Meccanismo risiede proprio nella eliminazione di vuoti normativi negli ordinamenti interni, che permettono alle organizzazioni criminali “in movimento” di sfruttarli, godendo di una sostanziale impunità.

La seconda, che prende il nome di Risoluzione Falcone, punta a potenziare il contrasto alla dimensione economica della criminalità e, più in generale, a offrire strumenti sempre più avanzati di prevenzione e di repressione delle nuove forme di criminalità.

Nel documento italiano (che potete leggere integralmente in allegato) si fa chiaro riferimento all cooperazione globale contro le conseguenze socio-economiche della pandemia e l’infiltrazione mafiosa nel mondo imprenditoriale.

Nel 2018, quando l’Italia presentò un progetto per l’automatico meccanismo di riesame (poi passato all’unanimità), Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso nel 1992, commentò: “Oggi si realizza il sogno di Giovanni, una piena cooperazione tra gli Stati nella lotta alla criminalità organizzata. Una sua lungimirante visione diventa realtà”.

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