Teatro: ecco ‘Le Voci di Dentro’, la pandemia vissuta dietro le sbarre

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

23 febbraio 2020: a San Vittore si fermano le tante attività che impegnano i detenuti durante la giornata. Si ferma anche il Laboratorio teatrale del CETEC (Centro Europeo Teatro e Carcere) a pochi giorni dalla replica dell’ultimo spettacolo, “Il Decameron delle Donne”, all’interno della Palazzina Liberty. Pochi giorni dopo a fermarsi sarà tutto il Paese. Ovunque si reagisce alla pandemia trovando risorse impensabili e anche il carcere apre varchi virtuali inaspettati.

“Abbiamo ottenuto autorizzazioni per chiamate, email e videochiamate che mi hanno permesso di scrivere alle nostre attrici detenute durante tutto il periodo del lockdown” racconta Donatella Massimilla, attrice e drammaturga, che con il CETEC da trent’anni ha un laboratorio con le detenute in un cortile di San Vittore (“perché non c’è un teatro, ma in fondo va bene così, è come un’installazione contemporanea“).

Con una delle detenute del laboratorio, Elena Pilan, trasferita in quei giorni nel carcere di  Bollate, la corrispondenza è quotidiana: “Ci siamo scritte forse 150 email e ci siamo videochiamate quasi ogni giorno. Attese, paure, momenti di speranza, pensieri delle donne recluse, così è nato Le Voci di Dentro che io definisco un progetto, perché mi sembrerebbe riduttivo chiamarlo spettacolo”.

Gilberta Crispino

“Le Voci di Dentro”, performance dove sotto forma di prosa, poesia e immagini viene raccontata la pandemia da chi l’ha vissuta dietro le sbarre, andrà in scena il 25 settembre a Milano, nel cortile di ringhiera di via Paolo Sarpi 36. In programma un reading di poesie di Elena Pilan, interpretate dall’autrice stessa, ed esibizioni di altri artisti CETEC come Gilberta Crispino e il fisarmonicista Gianpietro Marazza.

“Nel cortile di una via storica, oggi cuore della Chinatown milanese, – ci dice Massimilla – una comunità di donne di tutte le età, anche novantenni che hanno fatto la Resistenza, accoglieranno, in una performance partecipata, altre donne che hanno in qualche modo ‘resistito’. Il pubblico assisterà alla rappresentazione dalle ringhiere dove saranno stese lenzuola bianche su cui saranno proiettate alcune immagini del carcere, per ricordare anche chi non ha potuto essere presente alla manifestazione”.

Gianpietro Marazza

“Le Voci di Dentro” che sarà replicato a Bookcity 2020 ha ricevuto il sostegno del Municipio 1, risultando vincitore del Bando “Premio Milano Donna”, la collaborazione della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano e delle istituzioni carcerarie di San Vittore e Bollate.

“L’intenzione – conclude la regista – è quella di creare ulteriori occasioni performative per vincere lo stigma che continua ad accompagnare le persone che escono dal carcere, anche quando sono davvero cambiate. Vorremmo creare, poi, anche opportunità lavorative con il teatro. Mi rendo conto, da lavoratrice dello spettacolo con ogni iniziativa bloccata dopo il lockdown, che immaginare che una ex detenuta possa trovare opportunità come attrice può sembrare un’utopia. Ma io voglio che sia un’utopia concreta. Intanto Elena Pilan presto collaborerà con noi anche fuori dal carcere: uscirà in ‘articolo 21‘, cioè come lavorante esterna, perché anche nel mondo penitenziario il teatro può essere considerato lavoro tutti gli effetti”.

Tutte le foto sono di Federico Buscarino