UE: settima edizione del Quadro di valutazione della Giustizia
26 Aprile 2019
In Italia perché giustizia sia fatta, occorrono più di 500 giorni in primo grado, oltre 800 in appello e più di 1200 in Cassazione. Il riferimento è nello specifico a contenziosi di natura civile.
Questi i dati che emergono dal Quadro di valutazione della giustizia presentato oggi dalla Commissione europea (basato su dati del 2017) e che pone a confronto l’efficienza, la qualità e l’indipendenza dei sistemi giudiziari degli Stati membri dell’Unione Europea. L’obiettivo, è quello di aiutare le autorità nazionali a migliorarne l’efficienza.
E’ la 7^ valutazione che viene presentata e che prende in considerazione già da un biennio anche fattori come la facilità di accesso dei consumatori alla giustizia e i canali utilizzati per presentare i reclami nei confronti delle imprese e valuta, dal 2017, la lunghezza dei procedimenti penali relativi a reati connessi al riciclaggio di denaro.
Durante la presentazione del documento, la Commissaria europea alla giustizia, Vera Jourova, ha dichiarato: “Il quadro di valutazione dell’Unione Europea della giustizia 2019, giunge nel momento in cui lo Stato di diritto è soggetto a pressioni sempre più forti in alcune regione dell’Europa”. Si è dichiarata comunque “compiaciuta nell’osservare che molti Paesi continuano a migliorare i loro sistemi giudiziari”.
Questa edizione pone ancora più l’accento sull’indipendenza della magistratura e, uno dei nuovi elementi di valutazione è proprio la rassegna dei regimi disciplinari applicabili ai giudici nei sistemi giudiziari nazionali e delle garanzie giuridiche esistenti per prevenire il controllo politico sulle decisioni giudiziarie.
Altro elemento analizzato nella valutazione riguarda l’indipendenza delle Procure e la gestione dei poteri nei confronti delle procure nazionali, incluse nomine e revoche dei pubblici ministeri
La prima edizione del rapporto in questione è del 2013, ed è uno degli strumenti che l’Unione Europea, attraverso l’apposita Commissione, utilizza per monitorare le riforme giudiziarie degli Stati membri. Questo strumento comparativo è integrato, inoltre, dalle valutazioni specifiche relative a ciascun Paese e che consentono un’analisi più approfondita sulla base del contesto giuridico e istituzionale nazionale.
Se ci riferiamo alle precedenti valutazioni, nel 2016 e nel 2017 il primo grado si attestava tra i 516 e i 548 giorni. Come ha riconosciuto la Jourova: “La lunghezza dei procedimenti è calata in Italia del 15% rispetto al 2010”.