UE: settima edizione del Quadro di valutazione della Giustizia

elezioni ordini avvocati
FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

In Italia perché giustizia sia fatta, occorrono  più di 500 giorni in primo grado, oltre 800 in appello e più di 1200 in Cassazione. Il riferimento è nello specifico a contenziosi di natura civile.

Questi i dati che emergono dal Quadro di valutazione della giustizia presentato oggi dalla Commissione europea (basato su dati del 2017) e che pone a confronto l’efficienza, la qualità e l’indipendenza dei sistemi giudiziari degli Stati membri dell’Unione Europea. L’obiettivo, è quello di aiutare le autorità nazionali a migliorarne l’efficienza.

E’ la 7^ valutazione che viene presentata e che prende in considerazione già da un biennio anche fattori come la facilità di accesso dei consumatori alla giustizia e i canali utilizzati per presentare i reclami nei confronti delle imprese e valuta, dal 2017, la lunghezza dei procedimenti penali relativi a reati connessi al riciclaggio di denaro.

Durante la presentazione del documento, la Commissaria europea alla giustizia, Vera Jourova, ha dichiarato: “Il quadro di valutazione dell’Unione Europea della giustizia 2019, giunge nel momento in cui lo Stato di diritto è soggetto a pressioni sempre più forti in alcune regione dell’Europa”. Si è dichiarata comunque “compiaciuta nell’osservare che molti Paesi continuano a migliorare i loro sistemi giudiziari”.

Questa edizione pone ancora più l’accento sull’indipendenza della magistratura e, uno dei nuovi elementi di valutazione è proprio la rassegna dei regimi disciplinari applicabili ai giudici nei sistemi giudiziari nazionali e delle garanzie giuridiche esistenti per prevenire il controllo politico sulle decisioni giudiziarie.

Altro elemento analizzato nella valutazione riguarda l’indipendenza delle Procure e la gestione dei poteri nei confronti delle procure nazionali, incluse nomine e revoche dei pubblici ministeri

La prima edizione del rapporto in questione è del 2013, ed è uno degli strumenti che l’Unione Europea, attraverso l’apposita Commissione, utilizza per monitorare le riforme giudiziarie degli Stati membri. Questo strumento comparativo è integrato, inoltre, dalle valutazioni specifiche relative a ciascun Paese e che consentono un’analisi più approfondita sulla base del contesto giuridico e istituzionale nazionale.

Se ci riferiamo alle  precedenti valutazioni, nel 2016 e nel 2017 il primo grado si attestava tra i 516 e i 548 giorni. Come ha riconosciuto la Jourova: “La lunghezza dei procedimenti è calata in Italia del 15% rispetto al 2010”.