Un nuovo marchio e-commerce per i prodotti ‘made in carcere’

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Un marchio unico, semplice, evocativo – “Economia Carceraria” – per identificare una miriade di iniziative nate all’interno delle strutture penitenziarie. L’obiettivo è quello di favorire la diffusione di prodotti tipici, strizzando l’occhio alle eccellenze enogastronomiche italiane: la particolarità è che a occuparsi delle lavorazioni artigianali sono i detenuti inseriti nei progetti di formazione e reinserimento lavorativo curati dalle cooperative sociali attive su tutto il territorio nazionale.

Vino e birra dal Piemonte, miele da Vasto, pasta da Palermo, prodotti da forno a Siracusa, dolci da Ragusa, infusi a Pozzuoli, caffè a Torino e capi di abbigliamento a Roma: l’offerta della nuova piattaforma online è in grado di soddisfare un ampio ventaglio di esigenze.

Prodotti in vendita su economiacarceraria.com

Secondo Paolo Strano, tra i fondatori del progetto, “si tratta di tutti prodotti artigianali, buonissimi e fatti con cura e orgoglio”. “Acquistarli è anche un gesto di responsabilità sociale – spiega Strano – che incide fortemente nella vita delle persone. Questa piattaforma nasce infatti con l’obiettivo di favorire l’occupazione e il lavoro tra i detenuti, per evitarne la recidiva”.

Anche sotto il profilo della promozione, i soggetti che stanno curando l’iniziativa hanno fatto del loro meglio. Perché marchi identitari come “Sprigioniamo Sapori” o “Caffè Galeotto”, “Dolci Evasioni” o “Cotti in Fragranza”, sono un bel biglietto da visita per l’attività di marketing.

Dietro una pluralità di associazioni e denominazioni, una buona parte della popolazione carceraria è occupata nella lavorazione e nel confezionamento dei prodotti, al momento circa 2500 detenuti. Le strutture coinvolte nel ‘brand’ dell’economia carceraria sono le case circondariali di Ragusa, Trani, Alba, Vasto, Siracusa, gli istituti femminili di Lecce e Pozzuoli, la casa di reclusione “Ucciardone” di Palermo, gli istituti penali di Roma-Rebibbia, Torino, Saluzzo e Alessandria, l’istituto minorile “Malaspina” di Palermo.