Ventennale del GOM. D’Amico: “Dico grazie ai miei 590 ragazzi”

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Generale Mauro D’Amico, lei è stato ai vertici del Gruppo Operativo Mobile dal 2004 al 2008 e dal 2012 a oggi (è direttore reggente in quanto titolare della Direzione del Nucleo Sicurezza e Traduzioni, ndr). Per questo lei è un po’ la memoria storica di questo reparto. A vent’anni dalla sua nascita, quali sono i momenti che oggi ricorda in particolar modo?
“Tanti, e di segno diverso. Ricordo quando gli uomini della Polizia di Stato ci consegnarono Provenzano, o ancora prima, quando ero un giovane capitano e ci consegnarono Riina. Ma ricordo anche i nuovi arrivi dei ragazzi che vogliono entrare a far parte del Gruppo: il loro entusiasmo, nonostante i sacrifici a cui vanno incontro, mi emoziona sempre. Comprendono che si tratta di un lavoro impegnativo ma di eccezionale valore e, come me, sono grati per l’opportunità che ci viene data di svolgerlo”.

I componenti del GOM devono in pratica rinunciare per anni a una loro stabilità per motivi di sicurezza…
“Ogni sei-otto mesi devono spostarsi e questo è indiscutibilmente un motivo di disagio. Tuttavia è anche un modo per evitare l’assuefazione, la routine, riaccendere ogni volta curiosità, entusiasmi. Significa lasciare amicizie e colleghi, ma anche ritrovarli dopo anni”.

Il  Gruppo  è conosciuto soprattutto per la sua attività con i “41 bis” anche se nel tempo ha ampliato le sue competenze. Quali sono le principali attività svolte oggi?
“In realtà il GOM nasce con un ordine di servizio firmato dall’allora capo del Dipartimento Coiro nel 1997 su idea di Giuseppe Falcone, al tempo vicedirettore generale dell’Amministrazione penitenziaria, per dare una risposta immediata a situazioni di emergenza, criticità, eventi di rilievo eccezionale. Per essere, in sintesi, di supporto a varie esigenze dell’Amministrazione penitenziaria. Questa è la funzione che il Gruppo ha svolto e continua a svolgere, anche se poi si è declinata in varie attività”.

Ci sono state polemiche in merito al rapporto del garante nazionale delle persone detenute sul 41 bis. Che rapporti ha il GOM con questa authority?
“Io, personalmente, di stima reciproca ma  credo di rappresentare anche l’opinione di ispettori dei vari Reparti sul territorio. Più volte ho invitato il professor Palma a delle chiacchierate con i vari responsabili e più di una volta abbiamo condiviso soluzioni e raccolto suggerimenti utili per  salvaguardare sicurezza e diritti”.

Dunque un bilancio complessivamente positivo la sua esperienza al vertice del GOM?
“Certo. Devo ringraziare chi mi ha dato fiducia affidandomi un incarico di grande responsabilità,  ma sento anche il dovere di ringraziare i 590 ragazzi  che oggi compongono il Gruppo Operativo Mobile e che rendono il bilancio della mia esperienza  ampiamente in attivo, anche sotto il profilo umano oltre che sotto quello professionale”.