Violenza di genere, un progetto alla scoperta di… Un altro me

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Ha preso il via oggi nell’Ex Mulino del sale di Via San Ciro a Palermo, il primo dei tre moduli del programma formativo denominato Un altro me, sul trattamento degli autori di violenza di genere, destinato agli operatori dei servizi e del terzo settore – area sociale e giuridica – agli operatori della giustizia, forze dell’ordine e in generale a chi svolge professioni d’aiuto.

L’iniziativa nasce dall’incontro di due progetti dedicati alla prevenzione primaria nelle scuole e terziaria nei confronti dei maltrattanti autori violenza di genere, finanziati dal Dipartimento delle Pari Opportunità e di cui l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna per la Sicilia è partner, ossia il progetto “C.I.MA. Centro di Interventi per la prevenzione e la presa in carico di uomini Maltrattanti”, e il progetto “Messaggio corretto” promossi rispettivamente dalle associazioni Centro di Accoglienza Padre Nostro e Telefono Arcobaleno di Siracusa (I, II e III modulo ) e dalla Coop. Nuovi Sviluppi e dalla Fondazione Progetto Legalità onlus (IV modulo).
Saranno affrontati sia gli aspetti giuridici e criminologici del fenomeno e sia gli aspetti di clinica socio-psicologica, mettendo a confronto modelli sperimentali.

L’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna della Sicilia, diretto da Marina Altavilla, da tre anni ha avviato la sperimentazione della  presa in carico dei maltrattanti autori di reato in esecuzione penale esterna in tutti gli otto uffici presenti in Sicilia, con una supervisione centrale che ha accompagnato negli anni l’operatività regionale. Oggi, grazie a questi nuovi progetti e allo spirito di cooperazione delle stesse agenzie coinvolte, si è ritenuto importante aprirsi anche all’aspetto della prevenzione primaria nelle scuole e a chiedere una collaborazione a  tutte le agenzie non solo di controllo,  ma anche sociali e sanitarie presenti nei territori.

La formazione, con referente scientifico Rosanna Provenzano, apre un piano di confronto con la magistratura, le forze dell’ordine  e gli enti dedicati alla protezione e alla cura della vittima e per questo diviene un dispositivo indispensabile per dialogare sulle esperienze professionali spesso agite in modo troppo lineare e disgiunte dal fenomeno nel suo complesso.

Nella foto una distesa di scarpe rosse, immagine-simbolo della campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne (Foto Dire)

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