Penitenziaria, Ferraresi al Corso per istruttori di difesa personale

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Il sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, ha visitato la Scuola Superiore di Esecuzione Penale “Piersanti Mattarella” di Roma, che in queste settimane ospita maestri e allievi del terzo Corso per la formazione di istruttori di difesa personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. Sono gli ultimi giorni di intenso allenamento per i 25 allievi, tutti già ‘cinture nere’ e quindi a loro volta esperti di arti marziali, ma che con questo corso stanno perfezionando le tecniche di Mga, il Metodo Globale Autodifesa.

Alla fine di questo terzo corso la Polizia Penitenziaria avrà oltre 100 istruttori formati e in grado di guidare altri colleghi in efficaci percorsi formativi con il metodo Mga, tra loro diversi ex atleti del Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre.

“È un grande onore, ma anche un grande piacere assistere a una sessione di allenamento di questi bravissimi atleti-istruttori – ha commentato il sottosegretario Ferraresi – Sono un grande appassionato e grande ammiratore delle arti marziali e sono assolutamente convinto dell’utilità di questi corsi. Ringrazio tutti coloro che hanno promosso l’iniziativa e tutti i partecipanti per il loro impegno”.

L’Amministrazione penitenziaria, già dal 2004, ha stipulato una convenzione, poi rinnovata nel 2017, con la FIJLKAM-CONI (Federazione Italiana Judo, Lotta, Karate e Arti Marziali) per formare istruttori di difesa personale del Corpo di Polizia Penitenziaria secondo un metodo addestrativo uniforme e di sviluppare e perfezionare un approccio di self-defence rispondente a specifiche esigenze operative proprie dell’operatore penitenziario.

“La conoscenza delle tecniche di autodifesa – conclude il sottosegretario – contribuisce a migliorare la consapevolezza del proprio potenziale e dell’autocontrollo, ma anche rafforzare l’autostima e il senso di sicurezza personale. Stiamo valutando di mettere a regime queste formazioni perché utili a migliorare il livello di preparazione di ogni appartenente al corpo della Polizia Penitenziaria”.

La formazione permanente degli istruttori consente di poter contare su personale preparato e consapevole per i quali il ricorso all’uso della forza è da considerare come l’ultima delle possibilità, dopo aver esaurito tutte le strategie comunicative e di negoziazione volte a prevenire le condizioni che innescano reazioni violente o incontrollate da parte della popolazione detenuta.