Aiutarono Alessandro Menditti a evadere, il NIC arresta quattro albanesi

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Quattro persone di nazionalità albanese sono state arrestate oggi per aver contribuito, in concorso fra loro, nella notte del 18 marzo 2017, all’evasione di Alessandro Menditti e alla tentata evasione di Ilirjan Boce dalla Casa Circondariale di Frosinone.

L’operazione è stata eseguita alle prime ore del giorno da uomini del Nucleo Investigativo Centrale (NIC) della Polizia Penitenziaria, a conclusione di una complessa attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Frosinone Alfonso Coletta.

Insieme al provvedimento cautelare, con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari di quattro dei sette indagati, il NIC della Polizia penitenziaria ha proceduto alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, anche nei confronti dei due detenuti, attualmente ristretti presso gli istituti penitenziari di Nuoro e Napoli Poggioreale.

Alessandro Menditti
Alessandro Menditti

Le indagini, iniziate nel 2017 immediatamente dopo l’evasione di Alessandro Menditti, esponente di spicco della camorra noto anche come il Ras dei Belforte, si sono sviluppate anche attraverso attività tecniche, l’analisi di tabulati telefonici delle utenze in uso agli indagati, la visione dei filmati di video sorveglianza dell’istituto nonché attività di osservazione svolte sul territorio. Tutto ciò ha consentito agli inquirenti di identificare quanti hanno partecipato alle fasi preparatorie dell’evasione, gruppo che aveva appositamente scelto come base operativa la cittadina di Artena (RM), non lontana dal carcere.

Dalle indagini è emerso inoltre che il detenuto IlirjanBoce, attraverso l’uso di più telefoni cellulari, impartiva ai suoi complici le necessarie disposizioni affinché recapitassero sul posto gli oggetti necessari a procedere al taglio delle inferriate (fiamme ossidriche e strumenti da taglio), nonché le attrezzature (scala telescopica in alluminio e scala artigianale con corda e pioli in legno) per permettere lo scavalcamento della cinta muraria dell’istituto di Frosinone.

L’analisi dei flussi telefonici ha invece permesso agli investigatori di comprendere come siano stati i colloqui visivi in carcere, tra Boce e una sua complice, a consentire di pianificare l’evasione e le precedenti azioni di intrusione nel carcere laziale.

La fuga di Menditti durò soltanto una settimana. Il Ras dei Belforte fu bloccato a Recale, Comune di origine del «macellaio» della camorra, nella tarda serata del 25 marzo 2017.