Benvenuta Anna, il paratriathlon italiano ha una nuova Fiamma

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Su Anna Barbaro, da poco entrata a far parte del Gruppo Sportivo della Polizia Penitenziaria, abbiamo scritto diversi articoli all’interno di www.gnewsonline.it (leggi qui quello realizzato nel mese di marzo e quello del mese di aprile), abbiamo scritto di lei e del suo sogno di partecipare, assieme alla sua guida Charlotte Bonin, alla prova di paratriathlon alle Olimpiadi di Tokyo del prossimo anno.

Anna, 34 anni, di Melito di Porto Salvo (RC), è non vedente da più di otto anni. Ha due lauree, in Ingegneria delle comunicazioni e in Scienze religiose, conseguite nel 2016 e 2017 all’Università di Reggio Calabria. “L’anno in cui mi sarei dovuta diplomare al Conservatorio, ho perso la vista e non ho dato l’esame” dice Anna, che suona il violino dall’età di 5 anni.

Tra il 2010 e il 2011 la vista, per colpa di un virus rarissimo che alla fine le causerà il distacco del nervo ottico (è il 2° caso in Italia), comincia a venir meno. I primissimi problemi risalgono a giugno del 2010: gli accertamenti confermano ciò che si temeva e, nel giro di pochi mesi, la situazione precipita. Il 27 marzo del 2011, Anna realizza di non vedere più nulla.

“Era la mattina del mio 26° compleanno – racconta – quando ho perso la vista, svegliandomi mi accorsi che non vedevo più i colori. Sarò stanca? Pensai tra me e me. Invece no…”.

A quel punto Anna, che era attiva anche nel volontariato, contatta gli amici non vedenti per quali aveva svolto servizio civile, e così inizia il suo nuovo mondo: “Tante cose da scoprire come se fossi una bambina e tra queste ho scoperto un luogo che mi faceva sentire libera e mi dava sensazioni forti: l’acqua”.

Nel 2011, seguita dal suo allenatore Giuseppe Laface, grazie allo sport e allo studio acquista autonomia. Comincia così a gareggiare nelle prime competizioni di nuoto fino ad arrivare a vincere dei titoli italiani. Ma la piscina le sta stretta: passa al nuoto in acque libere, dove oltre alla 49^ Traversata dello Stretto, prima non vedente della storia ad aver partecipato a questa manifestazione, conquista tre titoli italiani della specialità.

Nel 2012, anno delle Olimpiadi a Londra, durante la gara di triathlon le restano impresse le parole del cronista: “Nel 2016 le paralimpiadi apriranno le porte alla triplice disciplina”.

E’ ancora Anna che parla: “Ho pensato, se una persona non vedente può fare triathlon, perché non posso farlo anche io?”.

Inizia così a studiare il triathlon e prova ammirazione per Anna Maria Mazzetti, Sara Dossena e Charlotte Bonin. Oltre al nuoto decide di praticare anche atletica e ciclismo.

Il triathlon la affascina da subito. Così il 15 settembre del 2015, disputa la sua prima gara di paratriathlon al Lido delle Nazioni.

Da lì avventure sempre nuove e fantastiche, molte sensazioni positive, alcune negative, con accanto sempre il suo cane Nora e tantissime persone. Molti la incitano, in molti le sono vicini. Più vicino di tutti le sue guide, che porta sempre nel cuore, atleti che l’arricchiscono sportivamente ma non solo.

Dal marzo di quest’anno la guida di Anna è la triatleta della Polizia Penitenziaria Charlotte Bonin, che ha alle spalle una lunga carriera e due partecipazioni olimpiche: Pechino 2008 e Rio de Janeiro 2016. In entrambe le occasioni è lei la migliore italiana nella disciplina.

“Per me è un onore essere stata scelta dalla Nazionale – afferma Charlie – per affiancare Anna e provare insieme a qualificarci per le paralimpiadi di Tokyo 2020”. “Ringrazio il mio Gruppo Sportivo – aggiunge Bonin – per avermi dato la possibilità di affrontare questo percorso che mi dà ulteriori e nuovi stimoli che si aggiungono agli obiettivi nazionali che ho. Il ruolo di guida mi sta facendo crescere sia come atleta che come donna: aiutare una ragazza a raggiungere i suoi obiettivi e vederne la gioia e la gratitudine ogni volta che passiamo il traguardo è un’emozione incredibile”.

Il binomio Barbaro-Bonin funziona: le ultime medaglie sono le più ricche di soddisfazioni perché conquistate assieme. Finiscono in bacheca il bronzo all’Europeo di Valencia e due ori in Coppa del mondo, il primo a Banyoles in Spagna e l’altro ad Alanya (Turchia).

Le ultime parole sono di Anna: “Cosa posso desiderare di più se non che la persona che da sempre ammiro, un vero e proprio idolo per me, mi sia accanto nel ruolo di atleta-guida?”.