A Regina Coeli detenuti di religioni diverse pregano per la pace

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Una preghiera interreligiosa per la pace come risposta alle grandi tensioni globali di questo periodo. Con questa finalità, la direzione della Casa circondariale di Roma Regina Coeli, in accordo con il cappellano padre Vittorio Trani, ha voluto valorizzare la convivenza all’interno dell’istituto di tante etnie, culture e religioni diverse.

All’iniziativa, svoltasi nel pomeriggio nella sala teatro del carcere romano, hanno partecipato rappresentanti e ministri di culto delle principali confessioni religiose. Fra questi, l’imam della moschea romana della Magliana, un delegato del rabbino Capo della Sinagoga di Roma, ministri di culto cristiano copti, cristiani dell’Unione Protestante, un rappresentante dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, sacerdoti cristiano ortodossi e cristiano cattolici. L’evento è stato introdotto da una riflessione sulla pace e dalla preghiera di San Francesco a cura di padre Vittorio Trani. Nel corso dell’incontro la voce della soprano Tania Di Giorgio ha intonato alcuni intermezzi musicali.

Sono circa 18.500 i detenuti stranieri in Italia, 145 i Paesi di provenienza e 15 le confessioni religiose praticate all’interno degli istituti penitenziari. Quella cattolica e musulmana le religioni più rappresentate.