Camorra: spaccio droga rifornito dalle ‘ndrine, 26 indagati

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Associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illecita e cessione di sostanza stupefacente, reati tutti aggravati dalle finalità mafiose: queste le contestazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, all’esito di una indagine che ha portato a galla lo spaccio di droga nell’area vesuviana e i rifornimenti di stupefacente dalle ‘ndrine calabre. Custodia in carcere, ai domiciliari e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, è quanto il Gip di Napoli ha richiesto nei confronti dei 26 indagati fermati, per aver agito in concorso fra loro, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al clan D’Alessandro, roccaforte a Castellammare di Stabia, e agli Afeltra-Di Martino, egemoni sui Monti Lattari.

Le indagini si sono svolte fra il 2017 e il 2018, scoprendo un meccanismo piuttosto raffinato che prevedeva per l’acquisto degli stupefacenti una rete di broker e una piattaforma unica per la
distribuzione della marijuana nelle diverse piazze di spaccio, sotto la regia di un direttorio che fissava il prezzo minimo di vendita dello stupefacente: la quota fissa ricavata veniva destinata al
mantenimento degli affiliati detenuti ed alle rispettive famiglie. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 25 chili di droga che viaggiava coperta da carichi di frutta e, come corrieri, venivano utilizzate anche donne in stato di gravidanza per eludere i controlli.

Con le misure cautelari di oggi è stato eseguito anche un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di 15 milioni di euro e apposti sigilli a 10 autoveicoli e 2 motocicli, 13 tra appartamenti e ville residenziali, 46 tra conti correnti, libretti di risparmio, depositi di titoli, carte di credito, e molto altro tra cui una impresa di prodotti caseari, un negozio, una società di servizio taxi a Castellammare di Stabia.