Carceri: a Palermo ripartono i lavori di pubblica utilità
29 Novembre 2022
Dopo Roma, è la volta di Palermo. A distanza di quattro anni dalla sottoscrizione del primo protocollo “Mi riscatto per Palermo”, nuova intesa fra Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Comune di Palermo per la ripresa delle attività di pubblica utilità nel capoluogo siciliano. L’obiettivo è quello di promuovere il reinserimento sociale delle persone detenute attraverso adeguate iniziative di formazione professionalizzante, propedeutiche allo svolgimento di attività lavorative a beneficio della comunità in grado di favorire l’inclusione sociale e di ridurre il rischio di recidiva.
Il protocollo di intenti è stato sottoscritto oggi nella suggestiva cornice della Sala Onu del Teatro Massimo di Palermo dal Capo del Dap Carlo Renoldi e dal Sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Per il Dipartimento è intervenuto anche il Direttore generale dei detenuti e del trattamento Gianfranco De Gesu. Presenti il Responsabile dell’Ufficio centrale lavoro detenuti del Dap Vincenzo Lo Cascio, l’Assessore municipale con delega alle carceri Antonella Tirrito e il Sovrintendente del Teatro Massimo Marco Betta.
Saranno 50 i detenuti coinvolti nella fase iniziale del progetto, selezionati nella Casa di reclusione Ucciardone “Calogero Di Bona” secondo requisiti di buona condotta e fine pena definitivo inferiore a 4 anni, con esclusione di chi si è macchiato di reati gravi come, fra gli altri, mafia, terrorismo, pedofilia. Riceveranno una specifica formazione come manutentori del verde pubblico nonché un attestato finale che riconoscerà loro l’acquisizione certificata di una professionalità spendibile nel mondo del lavoro una volta scontata la condanna. Professionalità che nel frattempo sarà messa a disposizione della comunità attraverso interventi di cura del verde e decoro nei parchi e nei giardini della città.
“Si tratta, forse, di una delle più mature espressioni del principio rieducativo sancito dalla nostra Costituzione”, ha sottolineato Renoldi. “L’idea di una pena utile, di una pena che non sia tempo sospeso, ma che diventi attività a favore delle nostre comunità. Nella convinzione che il carcere debba essere una realtà non slegata dai territori, ma pienamente integrata in essi”.
“Ringrazio il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e il capo del Dap Carlo Renoldi perché, con la firma del Protocollo, Palermo diventa capofila di un’iniziativa che ha una doppia valenza. Da un lato l’impiego dei detenuti porterà a concrete attività di decoro della città. Dall’altro – spiega il sindaco Lagalla – occorre mettere in luce lo scopo sociale del programma di pubblica utilità, l’obiettivo più importante, ma anche il più difficile: quello di favorire un percorso di reinserimento dei detenuti nella società una volta usciti dal carcere. La comunità non può dimenticarsi di chi è in carcere e, per questa ragione, un progetto come questo, senza dubbio, assume ancora più significato”.
“Il lavoro di pubblica utilità ha avuto fin dall’inizio grande successo fra la popolazione detenuta. Non a caso sono oltre 100 al momento i progetti che abbiamo sottoscritto con comuni e altri enti locali”, ha sottolineato De Gesu. “L’auspicio è che la collaborazione istituzionale che parte oggi con il Comune di Palermo possa presto essere seguita da altre importanti iniziative per il sistema penitenziario”.
Nel corso della presentazione il sindaco Lagalla ha inoltre letto un messaggio inviato per l’occasione dal Maestro Andrea Bocelli, che ha voluto esprimere la sua “personale soddisfazione, da cittadino, per l’odierna firma del protocollo d’intesa” e per la scelta di una “sede così evocativa quale il ‘Massimo’, uno dei più grandi e gloriosi teatri lirici d’Europa, adeguata cornice di un’attività di così intensa rilevanza, in ambito etico e sociale”.
La cerimonia della sottoscrizione del protocollo d’intesa è stata inoltre l’occasione per la presentazione del documento “Il programma di pubblica utilità nel sistema penitenziario. Testimonianze dall’Italia per il Messico”, redatto dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) di Città del Messico e già presentato lo scorso agosto nella capitale messicana nella sua versione spagnola.