Dap-Roma Capitale: riprendono lavori di pubblica utilità
15 Novembre 2022
Ripartiranno a gennaio prossimo in 12. I primi a essere formati, i primi a rimettere mano alle attrezzature, i primi a uscire dopo l’emergenza pandemica da Covid-19.
Dodici detenuti della Casa Circondariale “Raffaele Cinotti” di Rebibbia Nuovo Complesso parteciperanno a progetti di pubblica utilità nel recupero del patrimonio ambientale nel territorio del Comune di Roma. In tutto saranno una cinquantina, come è stato spiegato questa mattina, nell’istituto romano, nel corso della presentazione del corso di formazione appena avviato. Presenti il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi, il direttore generale Detenuti e trattamento del Dap Gianfranco De Gesu, la Direttrice dell’istituto penitenziario Rosella Santoro, l’Assessore all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, il capo staff dell’Assessorato all’Ambiente Valerio Barletta in rappresentanza dell’assessora Sabrina Alfonsi, il vicedirettore generale di AMA, Emiliano Limiti, e la Garante dei diritti dei detenuti di Roma Capitale, Gabriella Stramaccioni.
“Le attività di pubblica utilità costituiscono un tassello importante dei percorsi di reinserimento in favore delle persone detenute; percorsi che, ovviamente, devono avere come sbocco finale quello di un lavoro effettivo, professionalizzante e retribuito”, ha detto il Capo del Dap. “In questo settore, quello che abbiamo avviato da tempo con il Comune di Roma è un legame molto forte. Un legame che oggi viene consolidato – ha sottolineato Renoldi – perché il carcere non è una realtà extraterritoriale, ma un pezzo fondamentale della comunità. Perciò ringrazio il sindaco Gualtieri e gli assessori coinvolti nel progetto per questa manifestazione di grande attenzione che, come Dap, raccogliamo con grande entusiasmo”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal Primo cittadino della Capitale: “Si tratta di una esperienza davvero importante, che cerca di attuare il principio costituzionale del recupero attraverso percorsi di ricucitura con la comunità, offrendo la possibilità di imparare un mestiere e di prepararsi al reinserimento nel mondo del lavoro”. E rivolgendosi ai detenuti presenti, Gualtieri li ha ringraziati “per la disponibilità di voler contribuire a rendere Roma ancora più bella, sempre più verde, sempre più curata”.
Il corso di formazione come operatore del verde è stato avviato ieri da personale specializzato di Roma Capitale. Si articolerà in 8 giornate di didattica teorica dedicate alla cura del servizio giardini, al decoro urbano e, nelle ultime due giornate, alla sicurezza sui luoghi di lavoro, tema per il quale i detenuti selezionati riceveranno un attestato professionale valido su tutto il territorio nazionale. Alla formazione teorica seguiranno tre giornate dedicate ad attività pratiche. La prima uscita dei primi 12 detenuti è prevista per la metà di gennaio 2023.
L’iniziativa nasce dal Protocollo d’intesa fra Roma Capitale e Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sottoscritto il 24 giugno 2022. L’accordo – che rinnova il progetto “Mi riscatto per Roma” siglato nell’estate del 2018 – coinvolge, per il Comune, gli Assessorati all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti e quello alle Politiche sociali e alla salute, e per il Dap il Provveditorato regionale del Lazio, Abruzzo e Molise. L’intesa è stata successivamente strutturata con la firma, il 27 ottobre scorso, del Protocollo Operativo finalizzato all’inizio e alla programmazione delle attività di pubblica utilità, attraverso il coinvolgimento della Sezione Ufficio Centrale lavoro dei detenuti del Dipartimento.
Attualmente sono un centinaio le intese attive su tutto il territorio nazionale per progetti di pubblica utilità, che vedono coinvolti Comuni, aziende e istituti penitenziari. E circa 1.400 i detenuti inseriti nel programma in tutta Italia (erano oltre 4 mila prima della pandemia). Inoltre, dal 2019 è stata avviata una attività di cooperazione internazionale fra Dap, Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e al crimine e Governo di Città del Messico che ha portato alla nascita del programma di reinserimento “De vuelta a la comunidad”, ispirato al lavoro di pubblica utilità italiano.