Droga nel carcere di Massa: operazione di Polizia Penitenziaria e Carabinieri

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I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Massa Carrara e gli agenti della Polizia Penitenziaria della locale casa di reclusione hanno sgominato un gruppo criminale che trafficava sostanze stupefacenti, nello specifico cocaina, per e all’interno del penitenziario del capoluogo apuano. L’operazione, denominata “Inside Prison”, coordinata dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Massa, Alessandra Conforti, ha portato all’esecuzione di quattro misure cautelari personali di cui due in carcere, una agli arresti domiciliari e una di divieto di accesso all’istituto penitenziario e obbligo giornaliero di presentazione alla polizia giudiziaria, oltre a ulteriori quattro denunce in stato di libertà nei confronti di altrettante persone che, a vario titolo, hanno contribuito a reperire lo stupefacente destinato al carcere.  Alcuni dei soggetti coinvolti erano già noti alle cronache criminali locali.   Il commissario capo Amalia Cucca, comandante del reparto della casa circondariale di Massa, ha spiegato com’è iniziata l’inchiesta: “L’input è partito da noi, all’interno del carcere. Dopodiché il sostituto procuratore ci ha chiesto di continuare le indagini e abbiamo capito che la mole dell’attività investigativa coinvolgeva in maniera significativa anche l’esterno e, quindi, è stata svolta un’azione sinergica con i carabinieri del Nucleo Investigativo, sotto la supervisione e il coordinamento del sostituto procuratore Conforti”.

Accanto ai militari dell’Arma e agli agenti della Polizia penitenziaria ha lavorato alle indagini anche un’unità cinofila antidroga del nucleo di Firenze. I reati a vario titolo contestati nella misura cautelare del gip del tribunale di Massa, Giovanni Maddaleni, sono traffico di sostanze stupefacenti, estorsione a carico di detenuti, e loro familiari, che non avevano onorato i debiti contratti per l’acquisto della droga all’interno della casa di reclusione. L’attività investigativa, svoltasi tra ottobre 2018 e febbraio 2019, ha riguardato, oltreché alcuni detenuti e i familiari di uno di questi, anche un infermiere professionale in servizio nella struttura toscana e una coppia di coniugi stranieri che si occupava dell’approvvigionamento dello stupefacente da introdurre in carcere.