Conferenza Palermo, Nordio: “Ancora attuale anche contro i trafficanti di uomini”

Nordio alla Conferenza di Palermo (foto del Ministero della giustizia)
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Venti anni dopo, la Convenzione di Palermo è ancora attuale.

Nell’aula bunker – luogo simbolo del contrasto alle organizzazioni criminali, nell’anniversario dell’entrata in vigore del Trattato nato dalle intuizioni di Giovanni Falcone – il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sottolinea la validità e l’efficacia dell’accordo, nel suo discorso introduttivo alla Conferenza internazionale in corso a Palermo.

I lavori in programma oggi – 34 i Paesi e relative delegazioni coinvolti – si concentrano sui protocolli della Convenzione dedicati al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani.

Il contrasto a questi fenomeni “è un obbligo per tutti noi”, sottolinea il Guardasigilli durante l’intervento, e aggiunge che l’applicazione della Convenzione “è anche una modalità di protezione dei diritti umani”.

Spazio poi al bilancio di questi 20 anni di attuazione del Trattato, con numeri e analisi soprattutto degli uffici delle Direzioni distrettuali antimafia.

Nell’evidenziare che la lotta al crimine organizzato transnazionale necessita di una “risposta unitaria”, il Guardasigilli ha proposto una serie di iniziative per rafforzare la cooperazione tra Stati.

In particolare Nordio ha citato l’istituzione di “organi investigativi comuni”, anche a carattere permanente; l’utilizzo efficace delle “tecniche investigative speciali, già presenti nel testo della Convenzione e ulteriormente valorizzate dalla “risoluzione Falcone”; la “conclusione di ulteriori accordi bilaterali, regionali e/o multilaterali per l’uso di tali tecniche nel contesto della cooperazione giudiziaria internazionale”. Su quest’ultimo punto, il Ministro ha annunciato la firma, oggi, di due trattati con i ministri della Giustizia di Algeria e Libia.

Nordio ha impegnato il Ministero ad attuare “progetti di potenziamento delle pubbliche amministrazioni e dei sistemi giudiziari” dei paesi di origine e transito del fenomeno migratorio illegale, insieme alla Scuola Superiore della Magistratura, per fornire loro assistenza tecnica.

Va inoltre potenziata, ha aggiunto il Guardasigilli, la rete dei magistrati di collegamento nella regione del cosiddetto Grande Mediterraneo e dell’Africa Sub-sahariana.