Corruzione internazionale, Ocse: passi in avanti dell’Italia

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Contro la corruzione internazionale, l’OCSE riconosce i passi in avanti compiuti dall’Italia e indica quelli ancora da fare.

“L’Italia ha rafforzato la sua legislazione e mostra un livello significativo e crescente di contrasto della corruzione internazionale”. Con queste parole si apre la comunicazione del Working Group on Bribery dell’OCSE a conclusione della quarta fase di valutazione sull’attuazione, da parte del nostro Paese, della Convenzione sulla corruzione internazionale del 1997.

L’organizzazione internazionale sottolinea la correlazione tra efficienza del sistema giudiziario ed efficacia del contrasto alla corruzione. In questa prospettiva valorizza le recenti riforme e “i consistenti investimenti per la digitalizzazione e la modernizzazione del sistema giudiziario”, nella convinzione che “questi sforzi potrebbero consentire all’Italia di ridurre la cronica lentezza nella definizione dei procedimenti giudiziari”. L’OCSE riconosce inoltre i progressi compiuti dall’Italia in tema di cooperazione giudiziaria internazionale, a livello normativo ed operativo.

Accanto agli aspetti positivi, l’OCSE manifesta anche preoccupazione per il numero di assoluzioni nei procedimenti di corruzione internazionale. A tal fine raccomanda la formazione specialistica dei magistrati e, laddove necessarie, modifiche delle norme sostanziali e processuali.

Tra le altre sollecitazioni rivolte all’Italia, il rapporto comprende il completamento della legislazione a tutela dei whistleblower nel settore pubblico e privato; l’inasprimento delle sanzioni pecuniarie a carico dell’ente previste dal d.lgs. 231/2001 sulla responsabilità da reato, per i fatti di corruzione internazionale, e la modifica del regime della prescrizione dell’illecito previsto dal medesimo decreto; infine, il mantenimento di buone prassi nell’organizzazione degli uffici di procura.

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