“La Giara” di Pirandello al Piccolo Shakespeare nel carcere di Messina

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Il teatro si chiama Piccolo Shakespeare e, anche se è nato in un carcere, nella casa circondariale di Messina, ha molti progetti e ambizioni. A cominciare dal nome: ”Piccolo”, come il teatro milanese, e “Shakespeare”, per sottolineare la tesi (più suggestiva che scientifica… ) delle origini messinesi del grande drammaturgo. Ma è innegabile, come sostiene il regista cubano Carlòs Celdran (autore del messaggio inaugurale della Sesta Edizione della Giornata Nazionale del Teatro in Carcere) che “il teatro si diffonde attraverso una geografia invisibile” e che il mestiere teatrale è uguale ovunque.

Per le realtà di teatro carcerarie, tuttavia, portare all’esterno quanto realizzato negli istituti e, viceversa, aprire gli spazi interni alla cittadinanza significa realizzare quel processo di osmosi con la comunità esterna che è alla base di ogni percorso risocializzante delle persone detenute. Il teatro “ristretto” dell’istituto messinese ha già in parte realizzato l’aspirazione alla collaborazione con prestigiose strutture. Il suo foyer è, infatti, stato arredato con materiale proveniente dall’archivio storico del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa: locandine, manifesti e libretti di sala che hanno reso un anonimo spazio luogo di memoria di spettacoli che hanno fatto la storia del Teatro.

Una collaborazione resa possibile grazie al progetto dell’Associazione D’aRteventi. “ Il Teatro per sognare”, avviato nel giugno 2017, ha ottenuto, dal suo inizio, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Giustizia e ha declinato i suoi obiettivi originari in un articolato programma di cui fanno parte non solo spettacoli, ma anche una formazione in tutte le Arti e i Mestieri del teatro. Un complesso di attività oggi divenuto “Teatrali, percorsi d’integrazione e libertà” che ha dato vita alla “Libera compagnia del teatro per sognare “con tre laboratori, nelle sezioni Alta Sicurezza, Maschile e Femminile.

“Il desiderio – spiega Daniela Ursino, presidente dell’Associazione e direttrice artistica del Piccolo Shakespeare – è quello di renderlo un teatro completo di ogni genere di proposte, non solo recitazione, ma anche danza e musica per poi aprirlo anche a spettatori esterni ”.

Al Piccolo Shekespeare debutta domani alle 16 “La Giara” interpretato dai detenuti attori. L’autore della regia dello spettacolo e della riduzione dell’opera pirandelliana è Dino Parrotta.
“Un evento che racchiude un po’ tutte le caratteristiche del progetto complessivo – dichiara Daniela Ursino – coinvolgendo tutte le componenti che collaborano alle offerte trattamentali, dagli operatori penitenziari, alla scuola, ai volontari, al territorio. Una giara in cartapesta di un metro e mezzo di circonferenza è stata costruita dagli studenti del liceo artistico ‘Basile’ che hanno anche disegnato e realizzato, costumi di scena e scenografie; l’Istituto alberghiero ‘Antonello da Messina’ si farà carico dei momenti di convivialità mentre il Conservatorio statale ‘Corelli’ ha contribuito con musicisti e musiche dal vivo”.  “Molto attiva – continua la presidente dell’Associazione D’aRteventi – la partecipazione anche degli operatori e in particolare della Polizia Penitenziaria coinvolta sempre nell’organizzazione, in quanto mette a disposizione lavoranti della MoF (Manutenzione ordinaria dei fabbricati, ndr) per la costruzione di oggetti di scena, e anche sul piano artistico. La Caritas Diocesana di Messina, Lipari e Santa Lucia ha infine sostenuto il progetto in quanto vi ha riconosciuto pratiche inclusive per il riscatto e il reinserimento sociale che rispondono ai propri intenti e valori”.

Ma non si esauriscono qui le peculiarità dello spettacolo in cui recitano insieme detenuti uomini e donne e si avvale della presenza, tra gli interpreti, di Pippo Venuto formatosi come attore nella Compagnia della Fortezza di Volterra di Armando Punzo e “rientrato” in carcere per recitare a titolo esperienziale nella Compagnia.

La D’aRteventi opera nel settore culturale e artistico con una particolare attenzione alla valorizzazione delle eccellenze del territorio trasferita anche nella scelta degli eventi programmati in carcere. La Giara, opera pirandelliana da anni poco rappresentata nella sua versione “classica”per l’impegno economico che comporta la costruzione del grande recipiente, ne è un esempio come pure la scelta di musiche e danze appartenenti al patrimonio artistico e culturale siciliano.