In Corte di Cassazione si inaugura l’anno giudiziario 2022

Cerimonia Anno Giudiziario 2022
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Alla presenza del Capo dello Sato, Sergio Mattarella, e della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, si è tenuta la cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario che, come lo scorso anno è stata condizionata dalla pandemia ancora in corso. Nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Piazza Cavour, solo alcune delle alte cariche istituzionali.

Ha aperto la cerimonia la relazione di Pietro Curzio, Primo Presidente della Corte di Cassazione, il cui ruolo è stato riconfermato proprio ieri  dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo aver salutato il Presidente della Repubblica,  il Primo Presidente ha disegnato un “quadro della giustizia in chiaroscuro”, tra criticità e segni di miglioramento, non dimenticando però che il raffronto tra l’anno giudiziario 2020/2021 e l’anno giudiziario 2019/2020 non risulta significativo in quanto indiscutibilmente anomalo a causa della pandemia che ha travolto tutto il Paese in ogni suo settore vitale. Ha fatto riferimento alle scoperture dell’organico dei magistrati: “situazione critica, perché superiore a 1300 unità”, mentre riferendosi al personale amministrativo ha riconosciuto che “le scelte operate nel Pnrr rafforzano l’inversione di tendenza rispetto a decenni in cui le assunzioni sono state bloccate”. Per quanto riguarda il settore penale: “il rapporto tra nuove iscrizioni e definizioni è inverso, cioè la riduzione delle pendenze deriva dalla riduzione delle nuove iscrizioni” che Curzio interpreta come: “un dato di non univoca valutazione, ma che nel complesso indica un miglioramento della convivenza civile nel nostro paese”.  “Oggi – ha proseguito il Primo Presidente – nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, si colloca una pluralità di riforme, già avviate o in corso di elaborazione, caratterizzate da una duplice  novità: consistenti finanziamenti e l’esistenza di meccanismi di rendicontazione dei risultati sino al bilancio finale del 2026″.  

Ha preso poi la parola David Ermini, vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha chiesto tempi rapidi per la riforma dell’ordinamento giudiziario e del CSM, perché “non si può accettare il rischio che le prossime elezioni siano indette con vecchie regole e con sistemi giudicati da tutti insostenibili”. Ha ricordato, come anche già la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, nel suo intervento, che quest’anno ricorre il trentennale delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, dove persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con le loro scorte: “A figure di magistrati come loro la società civile guarda con riconoscenza e ammirazione, vi guarda come lezione che consente di nutrire fiducia nella giustizia amministrata in nome del popolo. Rosario Livatino, nel suo diario di uomo di fede, scriveva: ‘Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma credibili’.

Infine il Procuratore Generale, Giovanni Salvi,  che ha acceso l’attenzione sulle “gravi preoccupazioni circa gli effetti che l’illegalità potrebbe determinare sulla realizzazione degli obiettivi del PNRR” – ha spiegato che “questa preoccupazione viene innanzitutto dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e dal circuito delle Direzioni distrettuali antimafia, a causa dei rischi che derivano dalle opportunità che il Piano offre alla criminalità organizzata, soprattutto di stampo mafioso”. Ha poi parlato dell’Ufficio per il processo: “Con la sua costituzione muta l’idea stessa del ruolo del giudice, in grado di far sì che una risorsa scarsa e preziosa possa davvero essere dedicata allo ius dicere. Ci auguriamo che presto anche le Procure generali possano utilizzare questo potente strumento di organizzazione, senza il quale sarà difficile che esse possano contribuire allo sforzo richiesto al giudice, rendendolo ancora più gravoso”.

INTERVENTO DEL PRIMO PRESIDENTE DELL CASSAZIONE, PIETRO CURZIO

INTERVENTO DEL VICE PRESIDENTE DEL CSM, DAVID ERMINI

INTERVENTO DEL PROCURATORE GENERALE, GIOVANNI SALVI