“La donna va sempre protetta. Anche dagli attacchi in Rete”

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“Ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa, ogni quarto d’ora c’è una donna che subisce violenza. I dati ci dicono che siamo dinanzi a un’emergenza sociale, un dramma devastante. Eppure c’è ancora scarsa consapevolezza: un italiano su quattro pensa che la violenza sessuale possa essere addebitabile al modo di vestire della donna, il 40% degli italiani ritiene possibile sottrarsi a un rapporto sessuale non voluto. Questi dati ci dicono che le leggi da sole non bastano, serve lavorare anche sulla mentalità e la cultura. Chi usa violenza contro una donna non è un uomo, e non c’è nessuna giustificazione possibile. Il femminicidio non è un problema che riguarda sole le donne, riguarda l’intera società, tutti noi siamo chiamati a difendere le donne nel nostro Paese”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è intervenuto al convegno/evento “Nemmeno con un fiore. Nemmeno con un clic”, svoltosi in Senato all’indomani della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Per il Guardasigilli “il primo problema da affrontare è l’isolamento di ogni donna soggetta a violenza. Un fenomeno che spesso si consuma dentro casa ed è quindi poco visibile all’esterno. Il punto di partenza per lo Stato nella lotta alla violenza sulle donne consiste nell’abbattere quelle mura che non sono solo fisiche ma anche psicologiche e che inducono la donna a un senso di colpa”.

presentazione progetti legge contro la violenza sulle donne Senato Ministro Bonafede

Bonafede si è anche soffermato sulle novità introdotte dalla legge Codice Rosso: “Oggi quando una donna denuncia, l’agente deve immediatamente informare l’autorità giudiziaria che entro tre giorni deve sentire la donna. Lo Stato dice che l’urgenza c’è sempre, per legge. Le critiche al Codice Rosso vertono sul fatto che tante Procure non riescono a rispettare queste tempistiche. Cercheremo di investire ancora più risorse sulle Procure e sulle forze dell’ordine. Le istituzioni finalmente si sono schierate al fianco delle donne che hanno il coraggio di denunciare, sostenendole e proteggendole”.

All’evento ha partecipato anche Paolo Picchio, il padre di Carolina, la 14enne che nel 2013 si è tolta la vita dopo essere stata vittima di episodi di cyberbullismo. Bonafede, parlando dei rischi legati al web e ai social, si è rivolto alle nuove generazioni: “C’è una nuova frontiera, uno spazio in cui lo Stato deve cercare di combattere la violenza: il web è uno strumento di condivisione che può però incrementare la solitudine e far sentire protetti i vigliacchi. A volte le parole fanno più male delle botte: quello che è accaduto a Carolina non deve ripetersi mai più. Ai ragazzi auguro di essere liberi di amare o di non amare. La lotta alla violenza sulle donne è una questione, non solo di protezione fisica, ma anche di libertà”.