La Ministra a Palermo per l’UPP: “Al lavoro su riforma organica”

La ministra Cartabia in Corte d'Appello di Palermo
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“Si sta cercando di portare avanti una riforma organica con uno sguardo olistico, sistematico, comprensivo di tutti i problemi della giustizia. Stiamo cercando di intervenire con gradualità. Un passo dopo l’altro con il contributo di tutti”. La ministra Marta Cartabia, intervenuta questa mattina (mentre ieri era nell’aula bunker dell’Ucciardone) durante un incontro nell’Aula Magna del Palazzo di giustizia di Palermo per parlare dell’Ufficio per il processo, ha voluto usare queste parole per spiegare quello che si sta compiendo su vari fronti.

“L’ufficio per il processo è una componente fondamentale delle riforme che stiamo portando avanti, ma non è l’unico elemento su cui si sta puntando, anche se, a mio parere, è un elemento portante. E’ un aiuto nell’immediato, ma è anche un investimento per i futuri colleghi, è un patto intergenerazionale” – ha specificato la Guardasigilli – . E ripercorrendo tutte le novità che si stanno attuando, ha parlato anche del progetto presentato alla Commissione europea che mira a intervenire  su quel “segmento di tempi morti” nel passaggio di fascicoli tra un ufficio e l’altro che va a danno del cittadino, un progetto dedicato che riceverà assistenza da pare della Ue. “E’ in corso una grossa ristrutturazione a livello ministeriale che prevede la nascita di un nuovo dipartimento dedicato all’informatica e alla statistica proprio perché questo è il futuro del nostro accelerare la giustizia laddove ci sono i tempi morti, ma non a discapito della qualità” – ha specificato ancora la ministra Cartabia, ribadendo che l’obiettivo del Ministero è “colpire i tempi morti e le dilazioni inutili” e ricordando poi come la settimana scorsa durante l’incontro con il Commissario europeo, Didier Reynders, si sia affrontato questo aspetto con una chiara necessità di “monitorare i flussi”.

Sul fronte penale ha aggiunto poi come si stia lavorando all’attuazione dell’Osservatorio sul processo penale, “un aspetto voluto fortemente perché l’improcedibilità che ha tanto suscitato discussioni rimanga solo come extrema ratio da non attivare mai”. “Perché questo possa accadere c’è bisogno di questo Osservatorio che stiamo istituendo a giorni – ha aggiunto – E’ di imminente attuazione utile per accompagnare una riforma che può essere sconvolgente”.

“Con il Pnrr, ma anche con le risorse ordinarie, si sta facendo un grosso sforzo per irrobustire anche tutto il personale amministrativo e le figure tecniche della giustizia” – ha aggiunto ancora – “Il Pnrr ci consente di assumere a brevissimo più di 5.400 unità di personale tecnico tra laureati, diplomati, statistici, informatici che sono tutte figure indispensabili e sempre più necessarie nel mondo della giustizia“. Riferendosi poi al distretto di Palermo, ha sottolineato come esso resti  fiore all’occhiello di un sistema funzionante.

“Palermo è un esempio virtuoso di come la giustizia, che è innanzitutto un servizio al cittadino e alla comunità, può essere efficiente se accompagnata da un’attenzione del Ministero, del Governo e dello Stato centrale. Forse proprio per le sofferenze che hanno colpito questa terra e la magistratura in particolare, questa attenzione negli ultimi decenni alla realtà della giustizia in Sicilia e Palermo c’è stata e voi ne avete fatto buon uso. Qui c’è stata la prova evidente nel corso degli anni di cosa possa essere una magistratura che funziona in una terra particolarmente provata, ma che deve essere guardata come la possibilità di quella rinascita e di quel riscatto che tanti stanno invocando nel nostro Paese”.

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Dopo l’intervento nell’Aula magna del Tribunale di Palermo, la Ministra ha visitato il Museo “Falcone Borsellino” allestito nel Tribunale proprio nelle stanze in cui lavorarono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi nelle stragi del ’92. A guidare la Ministra tra le stanze del ‘bunkerino’ è stato Giovanni Paparcuri, sopravvissuto alla strage Chinnici e collaboratore di Falcone.
La Guardasigilli ha poi visitato anche l’archivio con i fascicoli dell’epoca.