Ufficio per il Processo: la ministra Cartabia a Catania

vero il nuovo UPP a Catania
FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Prosegue il viaggio della Ministra Marta Cartabia nelle Corti d’Appello d’Italia, per illustrare le novità dellUfficio del processo e conoscere esigenze e progetti dei distretti.

Dopo Milano, la Guardasigilli ha incontrato i vertici degli uffici giudiziari del distretto e dell’Ordine degli avvocati nell’aula delle Adunanze del Palazzo di Giustizia di Catania dove ha avuto modo di apprezzare la  ‘Scalinata della giustizia, l’istallazione artistica realizzata da liceali, per rendere omaggio a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, magistrati simbolo di un “popolo che purtroppo – per parafrasare Bertold Brecht – ha ancora bisogno di eroi”. “La giustizia vive anche di simboli– ha dichiarato in apertura del suo intervento –. E di messaggi. E il messaggio che non possiamo mai stancarci di trasmettere deve essere quello di una giustizia capace di contrastare le mafie. Contrastare e prevenire, anzitutto assicurando risposte puntuali ed efficaci ai bisogni concreti dei cittadini, garantendo pronta tutela ai cittadini che cercano giustizia e rispetto dei loro diritti”.

Alla presenza della Presidente facente funzioni della Corte d’Appello, Domenica Motta, del Procuratore generale, Roberto Saieva, del presidente dell’Ordine degli avvocati, Rosario Pizzino e del presidente del Tribunale, Francesco Mannino, la Ministra Cartabia ha voluto ribadire l’obiettivo del suo itinerario:  “Quest’aula porta il nome di “aula delle adunanze”, che fin dal nome sintetizza lo spirito di questo mio viaggio nei distretti delle Corti d’appello: adunare, ad unum, chiamare a raccolta per portare ad unità, per convocare ad un compito comune, ciascuno nei rispettivi ruoli, magistrati, avvocati, cancellieri, personale amministrativo, professori e studenti universitari, giovani giuristi nel momento in cui per la giustizia si prospetta una grande occasione di rinnovamento”.

Nel corso del suo intervento ha posto grande attenzione alla delicata situazione vissuta in questi giorni nelle carceri italiane: “Sto seguendo con grande attenzione le vicende che meritano un approfondimento. Mi chiedo come sia possibile che siano accaduti fatti così gravi e di grande turbamento per tutti”. E rinnovando la sua vicinanza a tutto il personale degli istituti penitenziari italiani ha aggiunto: “Il loro lavoro – aggiunge- è tanto prezioso quanto difficile, quanto sottovalutato, che questo clima sociale rende più difficile. Molto spesso non guardiamo oltre le mura del carcere, ma dentro ci sono persone che svolgono un servizio essenziale per tutta la società e devono andare fieri sempre e portare con fierezza la divisa”. “Per tale ragione la condanna deve essere ferma” ha concluso la ministra.

Ripercorrendo i temi all’ordine del giorno, la Guardasigilli ha sottolineato quanto le carenze di organico siano un male di cui soffrono tutti gli uffici giudiziari: “Le assunzioni ordinarie dovranno proseguire, ed essere rinforzate, parallelamente allo sviluppo dell’Ufficio del processo. Le assunzioni a tempo del PNRR non possono sopperire alle carenze di organico strutturali”. Ma ha anche precisato che l’arrivo degli addetti dell’Ufficio del processo “non interrompe le esperienze dei tanti tirocinanti, ex art. 73, che stanno già prestando il loro prezioso servizio in tutti i Palazzi di Giustizia. I due canali restano entrambi aperti – uno con finanziamenti del Fondo Unico Giustizia, l’altro con fondi del PNRR – e continueranno a procedere in modo parallelo”.

A proposito delle riforme, poi, la ministra ha tenuto a ricordare come quelle del rito civile “siano già in Parlamento; quelle del processo penale arriveranno a giorni; subito dopo arriverà anche quella dell’ordinamento giudiziario”. E ha richiamato l’impegno di altri gruppi di lavoro. “Da qualche giorno – ha aggiunto – la commissione sulla riforma della giustizia tributaria ha concluso le sue proposte e a breve aspettiamo gli esiti del gruppo di lavoro sul codice della crisi d’impresa e di quello sulla magistratura onoraria. (E so bene come tantissimi magistrati onorari aspettino di conoscere quale soluzione verrà proposta per la loro posizione, alla luce anche dell’ultima pronuncia della Corte Costituzionale e di quelle della Corte di giustizia dell’Unione europea)”.

Al centro dell’intervento, anche la questione dell’edilizia giudiziaria che in molti casi richiede interventi urgentissimi. I tempi e la qualità dell’amministrazione della giustizia, infatti, passa anche dalle condizioni degli uffici. Non più rinviabile, a tal proposito, il corretto funzionamento dell’aria condizionata che sta provocando, in più uffici, rinvii delle udienze.

“La giustizia è un paziente complesso – ha poi concluso la guardasigilli – che soffre di più patologie, molte delle quali tendono a cronicizzarsi. Ma la giustizia può contare anche su incredibili risorse e su una grande qualità di tante persone che lavorano con dedizione, intelligenza, generosità anche quando rimangono nascoste, e non abbastanza riconosciute. Non si può amministrare la giustizia, senza crederci. Queste risorse devono essere riconosciute”.

Ad illustrare i dettagli dell’ufficio del processo, Gian Luigi Gatta, consigliere della Ministra e Nicola Selvaggi, vice capo Gabinetto.