“Mi riscatto per…”: la delegazione Messico-UNODC a Palermo

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Li hanno visti lavorare al rimboschimento del parco di Monte Pellegrino, dove stanno impiantando nuovi alberi dopo il disastroso incendio di due anni fa che ne ha distrutti oltre 250. Li hanno visti maneggiare con perizia gli strumenti più idonei alla loro attività, forti della adeguata formazione ricevuta prima di essere avviati sul campo. Li hanno visti lavorare in undici, mani ormai esperte nel curare il verde e piantare gli esili tronchetti che saranno gli arbusti di domani.

E li hanno visti lavorare soli, senza la sorveglianza degli agenti della Polizia Penitenziaria. “Estan solos? No es posible…”, hanno chiesto stupefatti i delegati del sistema penitenziario messicano che, accompagnati da funzionari dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e al crimine, sono in Italia questa settimana per studiare da vicino il modello di lavoro di pubblica utilità realizzato col progetto “Mi riscatto per…”.

“Sono soli; sono presenti dipendenti del Comune di Palermo nel loro ruolo di capo-cantieri, ma non ci sono agenti”, ha spiegato la direttrice della Casa di reclusione di Palermo Ucciardone, Giovanna Re, che ha accompagnato la delegazione internazionale sul Monte Pellegrino.

È la diversità del modello palermitano di lavoro di pubblica utilità, unico nel suo genere. Dallo storico carcere siciliano ogni mattina escono dieci detenuti per recarsi, di volta in volta, in uno dei siti dove svolgono lavori a beneficio della collettività palermitana: ville e giardini oppure, come in questo caso, lungo i declivi dell’area protetta cittadina di Monte Pellegrino. E lì vengono lasciati a lavorare. Fino alle 13, quando rientrano in istituto accompagnati da dipendenti comunali. Tutti i giorni lavorativi. Con l’eccezione del mercoledì, quando, a seguito di un accordo con il presidente del Tribunale di sorveglianza, la giornata lavorativa finisce alle 11,30 e i detenuti possono andare a pranzo dalle loro famiglie e stare con i figli, per poi tornare in carcere.

È un meccanismo che ha un valore diverso, dove i detenuti selezionati “fanno un patto, da cittadini, con la comunità degli altri cittadini”, come ha tenuto a sottolineare il sindaco Leoluca Orlando nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina a Palazzo Butera e dedicata alla visita della delegazione UNODC-Messico. Un patto che innesca un circuito virtuoso che coinvolge i detenuti, come dimostrano le centinaia di richieste da loro formalizzate di poter svolgere lavori di pubblica utilità; i cittadini, che si sentono più sicuri e confortati vedendoli al lavoro per la collettività; e la stessa Polizia Penitenziaria, che può dedicare più risorse alla gestione dell’istituto penitenziario.

La delegazione Messico-UNODC sul Monte Pellegrino ascolta un dtetnuto-lavoratore
La delegazione Messico-UNODC sul Monte Pellegrino
a colloquio con un detetnuto-lavoratore

E poiché la formula sta procedendo con successo sin dalla fine di gennaio, quando è stata varata, ora la si vuole esportare: per questo qualche giorno fa il Provveditorato siciliano dell’Amministrazione Penitenziaria e l’ANCI Sicilia hanno sottoscritto una convenzione per replicare il sistema in tutti i Comuni dell’isola.

Sono una ventina i detenuti del carcere dell’Ucciardone che da alcuni mesi sono impegnati in attività di pubblica utilità grazie al progetto “Mi riscatto per Palermo”, sottoscritto nel novembre scorso da Ministero della Giustizia, Comune di Palermo e magistratura di sorveglianza, e che prevede la manutenzione degli spazi verdi della città, il rimboschimento di Monte Pellegrino e la realizzazione del Carro di Santa Rosalia, che sfilerà il prossimo 14 luglio in occasione della Festa patronale. A breve, inoltre, alcuni di loro parteciperanno a un corso professionale che li porterà ad effettuare interventi di manutenzione e restauro di beni artistici e monumentali custoditi a Palazzo Butera.

“La sensibilità e la professionalità del personale del Ministero – ha sottolineato il sindaco Orlando – ha incontrato la sensibilità e la professionalità dei dipendenti comunali e di altri privati. Da questo è nato un progetto che non è soltanto di inclusione e riabilitazione, ma è soprattutto un modo per costruire e rafforzare il senso di appartenenza alla comunità”. Parole in linea anche con le valutazioni che di “Mi riscatto per… ” ha fatto Virginia Raggi, sindaco di Roma.

“Siamo molto interessati ad approfondire una buona pratica come quella del progetto ‘Mi riscatto per…’ – ha detto Antonino De Leo, responsabile UNODC in Messico (guarda qui una sua intervista a gNews) – che propone modalità tanto all’avanguardia per favorire il reinserimento sociale dei detenuti. Stiamo lavorando in stretta collaborazione con il DAP e con le autorità messicane per mettere a punto un progetto che possa esportare il modello italiano all’interno del sistema penitenziario del Messico, per poi partire con la sperimentazione in due istituti negli Stati di Città del Messico e di Cohauila”.

Alla conferenza stampa sono intervenuti inoltre il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Sicilia Gianfranco De Gesu e la direttrice dell’Ucciardone Giovanna Re.


Un momento della conferenza stampa