Nordio ai cappellani: “Nelle carceri, un faro oltre i pregiudizi”

5° convegno nazionale cappellani e operatori pastorale penitenziaria (Credit: Ministero della Giustizia)
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Messaggio del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ai cappellani e agli operatori per la pastorale penitenziaria, riuniti ad Assisi per il 5° convegno nazionale. L’iniziativa, dal titolo “Lo vide e ne ebbe compassione”, è organizzata dall’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane, guidato da don Raffaele Grimaldi, e dalla Conferenza episcopale italiana.

“Voi non smettete mai di cercare sempre l’uomo anche in quanti sono ristretti in una cella angusta: l’uomo con i suoi sbagli, con la sua storia, ma anche con la sua possibilità di cambiare”, scrive il Guardasigilli.

Nordio ricorda che domenica prossima avrà lo “straordinario privilegio” di accogliere Papa Francesco nel carcere femminile della Giudecca, che ospita il padiglione della Santa Sede della Biennale.

Partendo proprio da una installazione artistica ammirata alla Giudecca – un occhio sbarrato – il Ministro sottolinea la capacità dei cappellani di contribuire a far conoscere anche all’esterno il sistema penitenziario, “oltre le recinzioni e i pregiudizi”.

Nel giorno del 25 aprile, Festa della Liberazione, il Guardasigilli richiama le celebri parole a proposito del carcere di Piero Calamandrei, “uno dei padri della nostra Costituzione, che oggi – 25 aprile, Festa della Liberazione – desidero ancora di più citare”: “bisogna aver visto”.

“Voi cappellani siete in moltissime situazioni dei fari sempre accesi, capaci di portare conforto, speranza e di rischiarare le zone più buie del carcere”, scrive il Ministro. Zone di disperazione, “che troppo spesso arriva fino al suicidio: una sconfitta per tutti noi e un fardello di dolore; ma anche le situazioni di solitudine, marginalità e perfino di violenza”, sottolinea Nordio.

“Anche nelle più drammatiche situazioni – dice ancora il Guardasigilli – voi costituite un punto di riferimento per quanti sono privati della libertà. Sia adulti sia, ancor di più, minori, quindi ancor più vulnerabili”.

“Come le vittime della vicenda dell’Ipm Beccaria”, scrive il Ministro, “dove il sistema penitenziario ha mostrato due facce opposte: quella crudele di chi avrebbe inferto inaccettabili violenze su dei ragazzi affidati allo Stato, stando all’inchiesta in corso e tenendo ferma la presunzione di innocenza”.

D’altro canto, continua Nordio, “al Beccaria è emerso anche il volto più autentico della Polizia penitenziaria che, onorando fino in fondo la propria divisa, è stata decisiva nelle stesse indagini”.