“Non dimenticare”, in formato digitale
i processi storici di Firenze e Milano

Strage di via dei Georgofili
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Non solo processo telematico. L’atto di indirizzo politico-istituzionale del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede indica per il 2020 un altro obiettivo dei progetti di digitalizzazione, quello che riguarda gli atti giudiziari dei processi di interesse storico che hanno scandito non solo i tempi della cronaca, ma gli stati della coscienza e la vita stessa del Paese.

La salvaguardia della memoria collettiva ha un costo, a cui fa fronte la Cassa delle Ammende con il supporto organizzativo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria: un progetto che si inserisce nel Protocollo d’intesa tra Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Consiglio Superiore della magistratura e Ministero della Giustizia e che – per il 2020 – ha individuato i Tribunali di Milano e Firenze quali destinatari dei nuovi finanziamenti.

Le somme messe a disposizione dalla Cassa delle Ammende, 110mila euro per ciascuno dei due progetti, copriranno l’attività degli specialisti designati dagli Archivi di Stato di Milano e Firenze. Nei rispettivi team saranno inseriti 6 detenuti di Firenze e 8 di Milano, nel quadro dei percorsi di formazione professionale attivati negli istituti penitenziari.

Per il recupero, il riordino e la valorizzazione di materiale di interesse storico si erano già avviate le procedure di digitalizzazione di atti del Processo Moro a Roma e di quello sulla strage di Bologna, che ha svolto un ruolo importante nella riapertura delle indagini sui mandanti dell’attentato alla stazione del 1980. Esperienze preziose, consistenti – prima ancora della riproduzione digitale – nel riordino, inventario, ripulitura e descrizione archivistica di documenti spesso deteriorati dal tempo.

Ora il Comitato tecnico-scientifico ha proposto di finanziare il progetto del Tribunale di Firenze dove si sono celebrati i processi per le stragi attribuite dalla mafia negli anni 1993-’94: via dei Georgofili, che danneggiò gravemente anche la Galleria degli Uffizi; l’esplosione nella chiesa romana di San Giorgio al Velabro; e il mancato attentato allo Stadio Olimpico nel gennaio 1994. Una massa documentale imponente, costituita nel complesso da 900 faldoni e 630mila carte, che richiede un’attività prevista in circa 12 mesi.

Quanto al Tribunale di Milano, saranno coinvolti anche studenti universitari in tirocinio curriculare nei settori del trattamento penitenziario, tecniche di digitalizzazione e procedure di archiviazione: i temi scelti sono quelli relativi al processo del 1981 sulla morte del banchiere Roberto Calvi (15 faldoni), da cui nel 1985 è scaturito un altro filone d’indagine sui collegamenti tra criminalità organizzata e Banco Ambrosiano (101 faldoni). Nel prosieguo del progetto, che avrà la durata di 24 mesi, saranno inseriti i processi sull’attività terroristica delle Brigate Rosse e di Prima Linea. Il periodo preso in esame si conclude con la prima parte del processo “Mani Pulite”.

Attraverso l’iniziativa legata anche alla “Rete degli archivi per non dimenticare”, il contributo del Ministero è rivolto non solo alle esigenze degli addetti ai lavori – magistrati, studiosi, associazioni – ma anche alla formazione e custodia di un patrimonio di conoscenze utili a tutti i cittadini.