Presidente Corte dei Conti: “Trasparenza antidoto a corruzione”

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Necessità di rafforzare la trasparenza per combattere il virus della corruzione e potenziamento dei controlli in tema di sicurezza delle infrastrutture. Sono due dei temi centrali emersi durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2019 della Corte dei Conti.

Un passaggio centrale della relazione del presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, ha riguardato proprio il tema della corruzione: “La Corte, grazie alle sue ramificazioni sul territorio, ha potuto rilevare numerose tipologie di cattiva gestione, derivanti da condotte illecite o da gestioni contabili irregolari. Il panorama delle fattispecie mostra che esse si annidano soprattutto dove non c’è trasparenza, a conferma che questa è un antidoto di grande efficacia alla corruzione”. Sottolineando la portata del fenomeno corruttivo, il procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli, ha aggiunto: “Nel corso del 2018 le sezioni territoriali della Corte dei Conti hanno pronunciato sentenze di condanna riconducibili a corruzione, peculato e reati contro la pubblica amministrazione per 38,4 milioni di euro; le sezioni di appello per 25,4 milioni. Lo scorso anno sono pervenute alle procure regionali 756 segnalazioni di peculato, 407 di corruzione, 150 di concussione e 2044 di abuso di ufficio”.

Buscema ha posto l’accento, inoltre, sull’importanza della dimensione culturale nella battaglia al malaffare e all’illecito economico e contabile: “Penso che il contrasto debba partire, sin dai banchi di scuola, educando alla legalità al rispetto delle regole, dei doveri e dei diritti degli individui”. Il presidente della Corte ha evidenziato l’impatto degli scenari economici internazionali sullo stato di salute dei conti pubblici italiani: “La meno favorevole prospettiva internazionale non può che riflettersi sul quadro macroeconomico e di finanza pubblica del nostro Paese, rendendo più stringenti i margini delle azioni di riequilibrio del disavanzo e del debito”. Nel suo intervento, Buscema ha, poi, ricordato l’accentuazione delle differenze territoriali nella qualità dei servizi erogati ai cittadini e negli stessi modelli di gestione.

Il Procuratore generale Avoli ha, invece, lanciato l’allarme rispetto al tema dell’inadeguatezza delle infrastrutture del Paese: “Le procedure di controllo della sicurezza infrastrutturale sono state in passato e sono tuttora insufficienti al fine di prevenire crolli, come quello  verificatosi a seguito del tragico evento del crollo del Ponte Morandi a Genova”. Per far fronte a una situazione del genere Avoli ha rimarcato la necessità di “controlli più stringenti da parte dello Stato, con apparati tecnici  di vigilanza, dei quali la pubblica amministrazione attualmente non  dispone a sufficienza”.