“Punzo? Per detenuti e operatori un compagno di vita”

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Maria Grazia Giampiccolo, direttrice della Casa di reclusione di Volterra, con il regista Armando Punzo, fondatore della Compagnia della Fortezza (credits Ministero della Giustizia)

Il carcere di Volterra e la Compagnia della Fortezza: un binomio inscindibile ormai, da 35 anni…

Assolutamente sì. Il laboratorio teatrale contraddistingue la nostra Fortezza da decenni ormai, arrivando a risultati eccellenti, come testimonia, per ultimo, il Leone d’oro alla carriera che è stato attribuito ad Armando Punzo. Ma soltanto un mese fa la Regione Toscana ha conferito alla Compagnia il Gonfalone d’argento, il massimo riconoscimento che l’ente possa attribuire. Al di là dei riconoscimenti formali, c’è proprio un lavoro sostanziale che viene quotidianamente portato avanti all’interno del laboratorio e che caratterizza in maniera importante e significativa i percorsi di chi vi partecipa. D’altra parte l’istituto di Volterra porta avanti tutta una serie di iniziative di tipo culturale per favorire la crescita delle persone. Basti pensare che qui i detenuti arrivano per frequentare le scuole: è presente un istituto agrario, uno turistico-alberghiero con indirizzo enogastronomico nato come spin-off delle Cene Galeotte e da alcuni anni abbiamo anche il liceo artistico. Per cui è ovvio che all’interno di una realtà dove si vuole favorire la crescita culturale, il laboratorio teatrale non possa che caratterizzare ulteriormente e in maniera significativa questi percorsi.

Lei è alla guida dell’istituto dal 2003: chi è Armando Punzo?

È una persona con la quale in questi anni mi sono sempre confrontata in maniera importante. È una presenza e una figura di assoluto riferimento per tutti gli operatori all’interno dell’istituto, perché è da tanti anni che si impegna all’interno della Fortezza. È ‘dentro’ da tanto tempo, la sua presenza è quotidiana ed importante. Ma d’altra parte risultati come quelli ottenuti dalla Compagnia non si potrebbero avere diversamente. Lui ha dedicato una vita al teatro e al teatro in carcere e ovviamente i riscontri non possono che essere questi.

E per i detenuti chi è?

Per loro è una persona che porta avanti un’attività nella quale loro si sentono coinvolti anche nelle scelte più significative. Una persona con la quale loro si confrontano su tutto, perché poi alla fine si trasforma in un compagno di viaggio che cresce con loro e che con loro porta avanti dei percorsi di vita. Soprattutto in un istituto come Volterra, che è una casa di reclusione dove le persone si fermano per tanti anni, è normale che si diventi appunto dei compagni di vita e non solo di una esperienza, per quanto bella e importante possa essere.

Ricorda un aneddoto legato alle prime uscite dei detenuti-attori?

Ho creduto immediatamente in questa possibilità, tant’è che le tournee con l’art. 21 che prevede il lavoro all’esterno le ho avviate io, proprio perché mi sembrava che fosse una esperienza ormai pronta perché questo potesse accadere. È una importante esperienza professionalizzante e i riscontri sono stati più che positivi. Partecipai alla prima tournee: eravamo a Genova, al Teatro della Tosse, per una rielaborazione dell’Opera da tre soldi di Brecht. Fu un’esperienza bellissima per me: era la prima volta che vedevo in scena la Compagnia della Fortezza, dal momento che ero arrivata in istituto poco tempo prima.

Finalmente arriverà il tanto sospirato teatro e la Compagnia avrà una casa all’interno del carcere…

Certo! In questo momento c’è un gruppo che lavora al progetto affidato a un prestigioso studio d’architettura di Bologna. Chiaramente in una struttura storica e meravigliosa come quella di Volterra un’opera del genere si deve assolutamente armonizzare. Però io credo che una volta sciolti i vari nodi procedurali, in tempi penso non proprio lunghi si perverrà alla realizzazione del teatro. D’altra parte all’interno della Fortezza esiste già un percorso turistico ispirato alla bellezza, che è partito con la ristrutturazione della torre del Maschio, quella fatta erigere da Lorenzo il Magnifico, che ormai è aperta alla città e al pubblico, e passa per il meraviglioso giardino antistante che abbiamo realizzato. Quindi il pubblico che verrebbe agli spettacoli, attraverserebbe questo percorso fatto di storia, di bellezza e di cultura per poi assistere a un’altra esperienza straordinaria che è quella degli spettacoli della Compagnia della Fortezza.

Finendo in bellezza, perché no, degustando un’ottima Cena Galeotta.