Sting a Secondigliano: la forza della musica e della fragilità

Sting a Napoli Secondigliano
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Una chitarra, quattro archi e le note di Fragile. Suonano Sting e un quartetto di giovani musicisti. Gli strumenti, che conservano tracce di salsedine e di colori un tempo allegri, sono quelli costruiti dai detenuti di Napoli Secondigliano con i legni dei barconi che portavano migranti a Lampedusa.

È una delle scene del video “Posso entrare? An ode to Naples” girato ieri dall’artista nel carcere napoletano, dove si è anche esibito davanti a un pubblico di 120 detenuti, personale di Polizia penitenziaria e operatori. Evento riservatissimo, secondo le intenzioni degli organizzatori, come se potesse passare inosservata a Napoli la presenza dell’ex frontman dei Police, nonché i contatti del suo staff con la struttura penitenziaria.

Il mini live di Sting nell’istituto campano è stato, però, solo l’aspetto con maggior appeal mediatico di un grande progetto socio-solidale che vanta diversi autori e attori, anticipato già in gennaio da don Antonio Loffredo, che fino a pochi mesi fa – per 21 anni – è stato il parroco del Rione Sanità. Durante una cena nella villa toscana del musicista, il sacerdote (tra i creatori della Fondazione San Gennaro, realtà che in nove anni di vita ha accolto 3 milioni e mezzo di euro per progetti sociali) ha facilmente strappato a Sting la promessa di esibirsi in un carcere. Un sì convinto, quello della pop star mondiale, dopo aver ascoltato delle tante iniziative realizzate nella struttura penitenziaria napoletana.

Tra queste il laboratorio di legno della Casa delle Spirito e delle Arti, avviato con il progetto ‘Metamorfosi’ a Milano Opera e, da qualche mese, esteso anche a Napoli Secondigliano per iniziativa di Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della onlus e altro protagonista di questa straordinaria esperienza. Il primo strumento costruito con il legno di una barca che ha trasportato migranti verso le coste italiane è stata una chitarra, la stessa donata oggi a Sting dagli artigiani che l’hanno costruita. “Se tre detenuti sono riusciti a diventare dei liutai – commenta il provveditore della Campania Lucia Castellano – è stato grazie a questo bellissimo progetto e all’impegno della direttrice di Secondigliano, Giulia Russo, a cui va la nostra riconoscenza. Non era facile – aggiunge – realizzare questo progetto di formazione in una realtà complicata come quella di questo istituto, che ospita ben 900 detenuti nel circuito dell’alta sicurezza”.

Sting a Napoli Secondigliano

Nel video il musicista inserirà una nuova versione di Fragile, hit del 1987 che Sting ha scritto sul tema “della violenza e della fragilità della vita di fronte a terrorismo, fucili e proiettili”. “Sono grato a don Antonio per averci fatto conoscere l’opera e il team di Arnoldo Mosca Mondadori”, ha detto alla fine il cantante. “Gli strumenti creati dalla Fondazione sono una meravigliosa trasformazione del dolore di tanti e rappresentano la bellezza e la dignità che è presente in tutti gli esseri umani“.

Con l’Agenzia delle accise, dogane e monopoli e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti ha sottoscritto un Protocollo per la creazione di una Rete di liuterie e falegnamerie nelle carceri. Oltre a Milano Opera e Napoli Secondigliano, saranno coinvolti gli istituti di Monza e Roma Rebibbia. Gli strumenti musicali andranno a comporre una grande Orchestra del Mare o saranno usati in altre realtà che uniscono arte, cultura del dono e impegno sociale. Come la piccola casa della canzone napoletana alla Sanità, frequentata da un gruppo di 20 ragazzi che impareranno a suonare su strumenti provenienti dalle liuterie carcerarie.

La chitarra realizzata dai detenuti di Napoli Secondigliano e donata a Sting