Teatro a distanza: l’esperimento “virtuale” nel carcere di Messina

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Giulio Scarpati, Pamela Villoresi, Elisabetta Pozzi, Maria Grazia Cucinotta: sono solo alcuni dei nomi noti del teatro e dello spettacolo italiano che parteciperanno a “Vorrei una voce con il teatro… ai tempi del Covid- 19”, kermesse di incontri e confronti a distanza ideati dal regista Tindaro Granata per il “Piccolo Shakespeare”, teatro della casa circondariale di Messina. Gli artisti, in collegamento video con detenute e addetti ai lavori della “Libera Compagnia del Teatro per Sognare”, daranno voce alle loro emozioni, alla loro storia di una scelta di vita nel segno dell’arte.

Un progetto virtuoso e virtuale per continuare a lavorare allo spettacolo “E allora sono tornata”, dedicato alla grande Mina, che sarebbe dovuto andare in scena lo scorso 26 marzo ma che è stato rinviato a data da destinarsi a causa dell’emergenza Coronavirus.

“Con Tindaro Granata e con tutta la squadra del laboratorio teatrale femminile che stava lavorando allo spettacolo – spiega Daniela Ursino, direttrice artistica del Piccolo Shakespeare – abbiamo pensato che oggi più che mai, sarebbe stato importantissimo che l’attività di laboratorio potesse continuare e quindi riprendere a distanza. In questo momento particolarmente delicato, potrà essere, per i detenuti, uno strumento importante per affrontare l’emergenza e riuscire a elaborare più facilmente la distanza dai propri cari dando consistenza e un valore a quel ’tempo senza tempo’ vissuto all’interno delle mura del carcere“.

Una modalità poco congeniale alla natura del teatro che, utilizzata in chiave sperimentale per lezioni,

prove, scrittura e approfondimenti, sta dando tuttavia risultati interessanti in molti laboratori. “Vorrei una Voce con il teatro… ai tempi del Covid-19”, è realizzato in collaborazione e con il sostegno della Caritas diocesana di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, sotto la guida dell’arcivescovo monsignor Giovanni Accolla e del direttore don Nino Basile.

“Il progetto – conclude Daniela Ursino – sarà dedicato a quelle parole che non potranno essere pronunciate ora, a quelle parole che rimangono sospese in attesa del ritorno, tanto atteso, alla normalità e alla possibilità di fare nuovamente teatro dal vivo”.

 

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