Tratta dei giovani calciatori: un business criminale

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E’ di queste ore un’inchiesta sul tesseramento fraudolento di calciatori nigeriani minorenni. Si tratta dell’ennesimo esempio di un business criminale che sta prendendo sempre più piede e che vede coinvolti diversi soggetti legati al mondo dello sport. Un meccanismo che consiste nell’individuare giovani atleti provenienti da paesi nordafricani, asiatici o dell’America Latina, tesserarli per società dilettantistiche locali e, attraverso un permesso dell’ambasciata, farli arrivare in Italia per partecipare a tornei giovanili.

Al temine della competizione, tuttavia, i minori risultano come ‘non accompagnati’ e prima della scadenza del visto temporaneo vengono affidati a italiani che ottengono la nomina di tutore. A questo punto, l’operazione prevede che i calciatori in erba vengano ‘parcheggiati’ in società sportive complici, in attesa di diventare maggiorenni ed essere quindi finalmente tesserabili anche da club professionistici. Il risultato è quello di ottenere la proprietà di giocatori a costo zero (eccezion fatta per i costi dell’immigrazione fraudolenta e il mantenimento fino alla maggiore età) rivendibili con plusvalenze anche milionarie.

I giovani, inoltre, vengono utilizzati nell’ambito del cosiddetto match fixing, ovvero la possibilità di truccare i risultati delle partite in modo da trarre profitto dalle scommesse. Con piccole somme di denaro o promesse di ingaggi stellari,  i baby calciatori vengono costretti a falsare una competizione sportiva alimentando il fenomeno della frode sportiva.