Ancona, rinnovato il protocollo per la Fattoria Barcaglione

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“L’amministrazione penitenziaria da sola non riuscirebbe a portare a termine progetti come quello realizzato nella casa di reclusione di  Ancona Barcaglione. Occorre la rete esterna che nelle Marche è forte e consolidata nel tempo”.
Lo ha detto Manuela Cesarani, direttrice dell’Istituto anconetano nel corso del convegno L’agricoltura, strumento di integrazione sociale per il sistema penitenziario tenutosi il 14 dicembre alla Loggia dei Mercanti. Nella casa di reclusione da oltre 10 anni esiste un ‘azienda agricola che offre formazione e lavoro ai detenuti,  realizzata grazie alla collaborazione con Coldiretti, AMAP, agenzia dell’Assessorato all’ agricoltura della Regione Marche e altre realtà del settore. Il rinnovo del protocollo, sottoscritto dal provveditore regionale dell’ Emilia-Romagna e Marche Gloria Manzelli e dall’assessore all’agricoltura Andrea Maria Antonini, ha posto ulteriori basi per lo sviluppo del modello marchigiano di agricoltura sociale quale strumento per favorire l’inserimento lavorativo nel settore agroalimentare di persone in esecuzione penale.

Nella Fattoria Barcaglione i detenuti, grazie agli insegnamenti di tutor esperti di Ferderpensionati Coldiretti Ancona, imparano a coltivare olivi e ortaggi, ad allevare ovini e api, a produrre olio, latte e formaggio. L’azienda di recente è entrata nella rete di Campagna Amica e partecipa ai mercati contadini con i propri prodotti.
Durante la giornata sono anche stati presentati i risultati di uno studio sociologico sull’impatto delle iniziative di agricoltura sociale sull’ecosistema penitenziario, realizzato nel carcere di Ancona dall’Università di Urbino.