Detenuti al lavoro a Palermo per pulire la città

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Hanno iniziato la loro attività oggi i primi 20 detenuti  ammessi ai lavori di pubblica utilità a Palermo secondo il programma previsto  dall’accordo quadro tra DAP – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e Comune firmato il 20 novembre 2022 e dal protocollo operativo del 9 marzo 2023.
In occasione con la prima uscita delle squadre di detenuti si è tenuta stamane nel capoluogo siculo una conferenza   itinerante per raccontare storia e obiettivi di “Mi riscatto…per”, un grande progetto promosso  dal DAP che ha già all’attivo di 100 protocolli d’intesa con enti pubblici e istituzioni private e l’impiego  di circa 1320 detenuti in lavori pubblica utilità.

Prima tappa dell’incontro tra stampa e autorità  alle  11,30 a Piazza Caponnetto, uno dei siti in cui hanno iniziato a lavorare i detenuti .I partecipanti  – oltre al capo DAP Giovanni Russo, il presidente del tribunale di Sorveglianza Nicola Mazzamuto, la provveditrice Cinzia Calandrino, il direttore generale detenuti e trattamento Gianfranco De Gesu  il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’assessora all’innovazione  e alle Politiche emergenziali, migratorie e ai progetti Antonella Tirrito e il responsabile dell’Ufficio centrale lavoro detenuti del DAP Vincenzo Lo Cascio  hanno raggiunto una sala del Comune per collegarsi con il sottosegretario Andrea Ostellari.
“E’ un’iniziativa che ha come caratteristica la concretezza  – ha commentato Giovanni Russo – Vedere fuori dagli istituti penitenziari detenuti con le loro attrezzature da lavoro per dare un contributo alla comunità , ci riempie di orgoglio e soddisfazione. Ma, soprattutto, segna una traccia che il Comune di Palermo ha voluto accogliere”.

Il sindaco di Palermo ha ringraziato l’amministrazione penitenziaria “per aver deciso di fare di un momento difficile della vita un’occasione di riscatto. Oggi siamo in presenza di una positiva testimonianza di collaborazione tra istituzioni, nel rispetto  del principio costituzionale di sussidiarietà”.

L’accordo quadro che regola il progetto  prevede l’impiego complessivo di 50 detenuti in attività di recupero del patrimonio ambientale dopo una formazione specialistica condotta in parte all’interno degli istituti penitenziari coinvolti.  Nel primo protocollo attuativo, sulla base di verifica degli interventi  da effettuare sul territorio le parti hanno invece definito il numero dei primi detenuti da occupare in lavori di pubblica utilità, individuato  luoghi dove effettuarli e le prassi da seguire.
Il modello  di lavori di pubblica utilità “Mi riscatto per…”, oltre ad aver avuto una diffusione in tutto il territorio italiano, è stato adottato da parte dell’Onu come best practice utile al contrasto alla criminalità organizzata e alla recidiva di taluni reati e ritenuto applicabile negli Stati uniti del Messico sotto l’egida di UNODC.