Giustizia riparativa, il Consiglio d’Europa firma la Dichiarazione di Venezia

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Una nuova forma di giustizia a beneficio delle vittime, degli autori del reato e per la società intera, che può ricostruire i legami sociali distrutti dal crimine. La giustizia riparativa non è una utopia ma nasce dalle esperienze concrete già avvenute in molti Stati”. Queste le parole della ministra Marta Cartabia, che ha chiuso la prima conferenza del semestre di presidenza italiana del Consiglio d’Europa, che si è tenuta a Venezia.

 

La Conferenza dei Ministri della Giustizia dei Paesi del Consiglio d’Europa, dedicata alla giustizia riparativa, aperta il 13 dicembre 2021 con l’intervento della Guardasigilli, si è conclusa con la firma della “Dichiarazione di Venezia”.

Gli Stati membri – dopo due giorni di riflessioni e testimonianze presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista, nel capoluogo veneto – hanno adottato un documento congiunto, per invitare il Consiglio d’Europa a stimolare politiche volte a una più ampia diffusione della giustizia riparativa: “il diritto all’accesso ad adeguati servizi di giustizia riparativa per tutte le parti interessate, se liberamente vi acconsentono, dovrebbe essere un obiettivo delle autorità nazionali”, riporta la Dichiarazione.

Tra i punti, i ministri invitano il Consiglio d’Europa ad incoraggiare il ricorso alla giustizia riparativa in particolare con i minori autori di reato; a considerarla parte essenziale della formazione degli operatori del diritto. Nella Dichiarazione di Venezia, si invita inoltre il Consiglio d’Europa a realizzare uno studio comparato dei modelli di giustizia riparativa, già attuati dai governi, e a facilitare lo scambio di buone pratiche.

Ecco il testo della Dichiarazione finale (ita)

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