Corso lavori di pubblica utilità: tre esempi di buone pratiche

tre buone pratiche di pubblica utilità
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Fra gli oltre 80 Protocolli d’intesa sottoscritti dal Ministero della Giustizia – Dap con istituti penitenziari, amministrazioni comunali e aziende a partire dal 2018, diversi si sono trasformati in buone pratiche, per il successo riscosso e l’interesse suscitato sul territorio. Il progetto realizzato nell’area industriale di Caserta, al Parco di Rogoredo a Milano e sull’isola di Favignana: tre testimonianze di eccellenza che sono state illustrate nel corso della seconda giornata del corso avviato ieri  che punta a formare i 200 referenti della rete per il lavoro di pubblica utilità.

Cinquantasei i detenuti dagli istituti di Carinola, Santa Maria Capua Vetere e Aversa che hanno seguito un corso di formazione professionalizzante, di cui 36 già certificati, e 17 autorizzati dalla magistratura di sorveglianza a lavorare all’esterno. È il biglietto da visita di successo del programma di percorsi di formazione personale e professionale dei soggetti in stato di detenzione e il conseguente avvio di lavori di pubblica utilità nell’ambito della riqualificazione dell’area industriale di Caserta (oltre 5mila ettari per circa 4.500 aziende) grazie al protocollo d’intesa “Mi riscatto per il futuro”, sottoscritto fra Dap e Consorzio Asi nel dicembre 2019, i cui risultati di oltre due anni di lavoro  sono stati presentati pochi giorni fa.

“Il nostro obiettivo – ha detto la presidente del Consorzio di imprese, Raffaela Pignetti – è di arrivare a formare 200 detenuti, con attestati ad hoc che li abilitano allo svolgimento di un mestiere con l’uso di specifici strumenti per la manutenzione del verde. Ma oltre a questo, anche a conoscere le norme che riguardano la sicurezza sul lavoro, le pratiche di primo soccorso, la prevenzione degli incendi e la gestione delle emergenze. Un bagaglio di conoscenze che potrà essere speso una volta che queste persone saranno uscite dal carcere”.

“Una preziosa opportunità per tutti i soggetti coinvolti, agevolata dal prezioso contributo della magistratura di sorveglianza e basata su un patto sulla fiducia fra società e persone detenute”, ha sottolineato Assunta Borzacchiello, direttore dell’Ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato regionale per la Campania, che ha ricordato le parole di uno di loro: ‘A me il magistrato, il direttore e la polizia penitenziaria hanno dato fiducia. E io gliene voglio ridare il doppio di fiducia. Quando ho finito di lavorare, ci torno anche a piedi in carcere’.

Il modello pubblico-privato realizzato in Campania ha attirato l’attenzione delle Nazioni Unite che vorrebbero approfondirne la conoscenza per poterlo eventualmente esportare come buona pratica nei Paesi dell’America Latina.

Molti e diversificati progetti di pubblica utilità per il reinserimento dei detenuti sono stati avviati nella Casa di reclusione di Milano Opera. Sono stati presentati alla platea dei corsisti dal direttore dell’istituto, Silvio Di Gregorio, e dal comandante, Amerigo Fusco, e dal funzionario giuridico pedagogico Maria Luisa Manzi.

Partendo dalla bonifica ambientale e alla riqualificazione del Porto di Mare e del Parco di Rogoredo a Milano, frutto di un’intesa sottoscritta con il Comune di Milano nel luglio 2021. Tanti i progetti attualmente in corso, avviati con la costante e proficua collaborazione del tribunale di sorveglianza. Quello più recente è il Museo vinciano nella reclusione, che prevede la formazione storico-artistica di 4 detenuti che si occuperanno dell’accoglienza dei turisti. Il Progetto dell’Abbazia di Mirasole, con un detenuto che accompagna i detenuti nella visita del sito storico. E poi la pulizia dei parchi del Comune di Rozzano, nel quale lavorano 8 detenuti; la pulizia del Museo Diocesano, la formazione per maniscalchi che ha coinvolto i detenuti nella cura degli animali all’interno del Freedom Ranch. E ancora il Progetto Metamorfosi, con i detenuti liutai che recuperano il legno dei barconi dei migranti arrivati a Lampedusa per farne i violini e gli strumenti ad arco che costituiranno l’Orchestra del Mare.

“Forse non tutti sanno – ha aggiunto Di Gregorio – che dal 2018, in estate, un gruppo di detenuti autorizzati al lavoro all’esterno ex art. 21 O.P. curano i sentieri e la manutenzione forestale a Madesimo, in provincia di Sondrio, a oltre 100 chilometri da Milano, dove si trattengono per due mesi in una struttura comunale attrezzata per ospitarli. Quest’anno un altro gruppo farà altrettanto anche nel Comune di Predazzo, dove andranno per svolgere lavori di pubblica utilità insieme alle loro famiglie”.

Sistemazione e pulizia del verde e realizzazione di aiuole nei giardini pubblici, ma anche pulizia e manutenzione dell’ex stabilimento Florio, del cimitero, del centro anziani. E poi sistemazione del tetto della scuola e perfino la pulizia del tratto di mare della tonnara­­­­­­­. Sono i progetti di pubblica utilità avviati dal carcere di Favignana insieme all’Amministrazione comunale dell’isola in applicazione del protocollo d’intesa siglato nel febbraio 2021. I detenuti selezionati hanno ricevuto una specifica formazione di 15 giorni prima di poter lavorare per quattro ore al giorno a beneficio della comunità. E un attestato personale che ha riconosciuto loro l’attività svolta.

“Lavori di pubblica utilità a Favignana si svolgevano da oltre dieci anni, anche in virtù del forte connubio che da sempre ha legato l’isola al suo carcere e il carcere all’isola”, ha sottolineato il sindaco ed ex Presidente della Commissione Antimafia, Francesco Forgione. “Ma volevamo rafforzare questo rapporto e l’abbiamo fatto sposando con entusiasmo il modello ‘Mi riscatto per il futuro’. Ora l’attività è ferma, ma ci auguriamo che Ministero e Dipartimento riescano in breve ad attivarsi per far ripartire i tanti progetti in programma in vista dell’estate”.

“A Favignana – gli ha fatto eco l’ex direttore della Casa di reclusione, Nunziante Rosania – sono state fatte cose importanti, passate attraverso una fase elaborativa lunga e motivata. Abbiamo messo le basi per le tante attività e i tanti percorsi avviati per favorire il migliore reinserimento delle persone detenute all’interno della società. Che spero presto possano riprendere”.